Due anni di reclusione. E’ questa la pena che il GUP del Tribunale di Roma, Simonetta D’Alessandro, ha ritenuto di infliggere a Vittorio Emanuele di Savoia. Il figlio dell’ultimo Re d’Italia è stato riconosciuto responsabile del reato di calunnia nei confronti di Birgit Margot Hamer.
La Hamer è la sorella di Dirk Hamer, il turista tedesco di 19 anni morto nell’agosto del 1978 dopo essere stato raggiunto da alcuni colpi di arma da fuoco mentre era sull’Isola di Cavallo, in Corsica. Il giovane morì dopo 4 mesi di agonia.
Per quella vicenda, la Corte d’Assise di Parigi scagionò Vittorio Emanuele dall’accusa di omicidio. Ma Birgit Margot Hamer, nel suo libro di memorie ‘Delitto senza castigo’ pubblicato nel 2011, attribuiva comunque a Vittorio Emanuele le responsabilità dell’omicidio del fratello. Una posizione che spinse il figlio dell’ultimo sovrano italiano a denunciare la Hamer per diffamazione.
La donna sosteneva di essere convinta della responsabilità di Vittorio Emanuele di una intercettazione ambientale effettuata nel giugno del 2006 nel carcere di Potenza; il figlio di Umberto II e di Maria Josè si trovava detenuto lì in seguito all’indagine ‘Vallettopoli’ al tempo condotta dal pm Henry John Woodcock. In quell’intercettazione, Vittorio Emanuele si vantava di aver “fregato tutti” durante il processo di Parigi del 1991.
La Hamer ha commentato così la sentenza: “Non ho mai cercato vendetta ma solo giustizia”.