Violenza ostetrica: un milione di mamme in Italia vittime di abusi in sala parto

Secondo l’indagine “Le donne e il parto”, condotta dalla Doxa su iniziativa dell’Osservatorio sulla Violenza Ostetrica Italia, finanziata dalle associazioni La Goccia Magica e CiaoLapo Onlus, almeno una puerpera su cinque in Italia, sarebbe stata vittima, prima, durante o dopo il parto, di violenze fisiche o psicologiche da parte del personale ostetrico.

Sarebbero un milione le mamme vittime di violenza ostetrica, ovvero della “appropriazione dei processi riproduttivi della donna da parte del personale medico” – ad esempio “costringere la donna a subire un cesareo non necessario, costringere la donna a subire una episiotomia non necessaria, costringere la donna a partorire sdraiata con le gambe sulle staffe, esporre la donna nuda di fronte ad una molteplicità di soggetti, separare la madre dal bambino senza una ragione medica, non coinvolgere la donna nei processi decisionali che riguardano il proprio corpo e il proprio parto, umiliare verbalmente la donna prima, durante e dopo il parto” -, fenomeno ancora poco conosciuto nel nostro Paese.

La ricerca, condotta su 5 milioni di donne italiane con almeno un figlio, ha evidenziato che per 4 donne su 10 i comportamenti del personale medico durante il parto è stato “lesivo della propria dignità e integrità psicofisica“.

Queste donne si riferiscono a maltrattamenti verbali e in particolare a pratiche imposte, come l’episiotomia, ovvero l’incisione vulvo-vaginale praticata per facilitare l’espulsione del feto – oggi considerata, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità “dannosa, tranne in che rari casi” -, che ha interessato ben il 54% delle mamme intervistate,

In Italia, tra l’altro, è stato determinato che 3 partorienti su 10 negli ultimi 14 anni, ovvero 1,6 milioni di donne, non hanno dato il consenso per autorizzare l’intervento.

Questi comportamenti determinano nelle partorieti traumi profondi tant’è che, sperimentare un parto traumatico, ha fatto sì che il 6% delle mamme italiane non desiderino avere più figli.

Purtroppo, il più delle volte, una donna che subisce un qualsiasi tipo di violenza ostetrica non è capace di riconoscerla, per tale ragione, conclude Alessandra Battisti, cofondatrice dell’Osservatorio sulla Violenza Ostetrica Italia “auspichiamo una collaborazione con medici e istituzioni volta ad includere le donne nei processi decisionali“.

MDM