La Camera dei Deputati italiana ha respinto l’ipotesi dell’embargo relativo alla fornitura di bombe italiane all’Arabia Saudita.
Con questo atto, l’Italia non può più dire ‘non sapevo’: siamo ufficialmente complici di una tragedia umanitaria che si sta svolgendo sotto gli occhi disinteressati del mondo.
La Camera dei Deputati ha respinto le mozioni presentate da Marcon, Duranti e altri (Sinistra italiana e Articolo 1-Mdp) e da Corda e altri (M5S) – e accogliendo invece le mozioni rese note solo all’ultimo minuto da Lia Quartapelle Procopio (Pd), Valentina Vezzali (Sc, Ala, Maie) e Bruno Archi (Fi) e quindi ha stabilito che sì, l’Italia può continuare a fornire armi ai sauditi.
Le bombe che l’Italia (fra gli altri) fornisce all’Arabia Saudita sono anche quelle che i sauditi, a capo di una coalizione, usano per colpire i ribelli in Yemen e per ristabilire il proprio controllo dell’area.
Una guerra della quale non si parla, ma forse faremmo meglio a chiamarla massacro, dato che i sauditi – senza rispettare alcun protocollo internazionale – stanno deliberatamente bombardando da anni le città con la scusa di scovare i ribelli, massacrando la popolazione e affamando i civili.
Il conflitto in Yemen comincia il 19 marzo di due anni fa ed è, in realtà, una guerra per procura fra gli acerrimi nemici Iran e Arabia Saudita. In Yemen gli Huthi, o ribelli, che attualmente hanno il controllo del Paese e che sono sciiti, combattono contro le forze leali a Abd Rabbuh Mansur Hadi, sunnite e sostenute dall’Arabia Saudita e dagli Stati Uniti d’America. Le forze Huthi controllano Sana’a, la capitale yemenita, mentre quelle sunnite controllano Aden.
La guerra in due anni ha causato più di 3 milioni di profughi. 18,8 milioni di persone, due terzi degli yemeniti, non hanno casa, acqua e cibo e dipendono dagli aiuti umanitari.
E l’Italia continua a fornire armi all’Arabia Saudita, piegata ai voleri statunitensi.
Roversi MG.