Parla il legale di Bossetti: “Massimo è provato, in carcere una situazione disperata”

Massimo Bossetti “è molto provato”. Sono queste le parole che l’avvocato Claudio Salvagni ha usato per descrivere la condizione psicologica del proprio assistito. Parlando ai microfoni di Radio Cusano Campus, infatti, il legale del muratore di Mapello non ha usato mezzi termini per denunciare quello che definisce una caso di accanimento giudiziario.

“Non tanto per il carcere o per l’essere privato di tutto – ha detto – ma soprattutto per l’impossibilità di difendersi. Nessuna perizia gli è mai stata concessa, riguardo al caso del Dna. E’ una vicenda che non riguarda più il singolo caso, ma tutti noi”. Stando dunque alla parole del suo avvocato Massimo Bossetti, ritenuto ad oggi l’unico responsabile per l’omicidio di Yara Gambiraso, la 13enne scomparsa dalla palestra di Brembate di Sopra e ritrovata uccisa tre mesi dopo, il 26 febbraio 2011, continua a dichiararsi innocente: “Ho toccato con mano la prostrazione di quest’uomo- ha proseguito -. Lui è ragionevole, ha dei figli ed una famiglia che gli danno forza, e vuole che il suo cognome sia portato con orgoglio. L’ho ritrovato battagliero e volenteroso di difendersi fino all’ultimo. ‘Voglio uscire dal carcere come innocente’ mi ha detto. Battagliero, ma molto provato”.

Adesso si attende il 7 ottobre, quando Bergamo assisterà ad una manifestazione indetta a sostegno di Bossetti. E sulla linea difensiva in corso di pianificazione, l’avvocato Salvagni si prepara a dar battaglia: “Abbiamo fatto due richieste per gli arresti domiciliari, agendo nei diversi gradi di giudizio. Non posso fare paragoni, ogni caso ha una storia a sé ed ha giudici diversi. Per il mio assistito sarebbe bastato anche il solo braccialetto elettronico. Lui è in carcere in regime di custodia cautelare per evitare il pericolo di reiterazione”.

 

Giuseppe Caretta