Un aereo privato anche per compiere la tratta Washington-Philadelphia, percorribile in una quarantina di minuti di treno. Il tutto, ovviamente, a carico del contribuente. E’ solo una delle “spese pazze” che sono costate la poltrona a Tom Price, ministro della Sanità dell’amministrazione guidata da Donald Trump, che aveva l’abitudine di servirsi di jet privati a spese dello Stato.
La cifra ‘scialacquata’ da Price per godere della comodità degli aerei privati ammonta a circa mezzo milione. Un’enormità, che non poteva non far scoppiare un polverone mediatico. L’ennesimo, per il presidente USA, che ha necessariamente dovuto sbarazzarsi di Price. Il ministro (un milionario, ndr) è rimasto anche sorpreso dalla portata dello scandalo, dato che per lui servirsi di jet privati a carico della Nazione per qualsiasi spostamento era da ritenersi un fatto praticamente normale.
Non per il tycoon, che sa bene che buona parte dell’opinione pubblica infuriata e indignata rientra nel suo elettorato. Durante la campagna elettorale, infatti, Trump ha conquistato tantissimi voti che storicamente apparterrebbero ai democratici, ribadendo la sua intenzione di voler ‘fare la guerra’ ai lobbysti e ripulire Washington dalla politica sporca. Ecco perchè mantenere uno come Price sarebbe stato tremendamente problematico. E quella del ministro della Sanità potrebbe non essere l’unica poltrona a saltare: nello scandalo è implicato anche il nuovo capo dell’Environmental Protection Agency, Scott Pruit.