Le foto e i video hanno infatti facilmente superato il muro della privacy e si sono diffusi sul web, condivise da chissà quante persone. Una storia che lascia senza parole, e che viene raccontata dal “Resto del Carlino”.
Un adolescente, coetaneo di molte delle circa 60 ragazze che “animavano” la chat Whatsapp, ha raccolto tutte le foto e le ha catalogate in cartelle, con tanto di nomi e cognomi (le ragazze sono sempre riconoscibili): il giovane assicura di non averle diffuse in rete. Il fidanzatino di una delle giovani si è invece rivolto alla onlus reggiana “La Caramella Buona”, in prima linea nella lotta alla pedofilia: grazie a questo gesto, il caso è finito direttamente alla Polizia Postale, ma per garantire l’eliminazione del materiale servono denunce da parte delle vittime.
E’ proprio il presidente della onlus “La Caramella Buona”, Roberto Mirabella, giornalista, che invita a fare presto. “Ogni minuto perso – dice Mirabella – amplifica il rischio della diffusione del materiale, in Italia e all’estero”.