Maria del Carmen Garcia, la donna spagnola, di Alicante, che nel 2013 è andata in prigione per aver bruciato ed ammazzato l’uomo che aveva violentato la sua bambina quando aveva 13 anni, presto potrebbe uscire di galera. La donna dovrebbe scontare cinque anni e mezzo di galera, secondo quanto previsto dalla Corte Suprema, ma adesso probabilmente tornerà in libertà prima di Natale con il braccialetto elettronico.
A favore della scarcerazione della donna si erano mossi tanti, associazioni, partiti, sindacati.
I fatti che hanno coinvolto Maria del Carmen Garcia risalgono al 1998: la donna aveva mandato la figlia a comprare il pane nel negozio. La ragazzina incontrò il vicino di casa, il muratore Antonio Cosme, di 62 anni. Secondo quanto ricostruito nel processo l’uomo avvicinò la 13enne, quindi la minacciò col coltello e la violentò. La lasciò andare minacciandola di non parlare con nessuno di quanto avvenuto. Ma la ragazzina si confidò con la madre, ed assieme decisero di denunciarlo. Le due passarono un brutto periodo, furono costrette a cambiare casa: nessuno credeva loro.
Ma per la famiglia l’incubo non era finito: dopo la condanna dello stupratore, il marito della donna morì di cancro. Maria venne presa in cura presso l’Unità di Salute mentale dell’ospedale di Orihuela, a causa di un disturbo della personalità.
Quando 5 anni dopo Antonio Cosme, uscito per un permesso premio, la incontrò e le chiese Buongiorno signora, come sta sua figlia?” la rabbia di Maria si scatenò. La donna lo innaffiò con una bottiglia di benzina e gli diede fuoco: l’uomo morì dopo 10 giorni di ospedale.
La donna, arrestata e condannata (anche se le è stato riconosciuto il vizio di mente), potrebbe tornare libera per Natale, con la libertà condizionale: tornare nella sua famiglia.
R.M.G.