La Nasa avrebbe sfruttato le potenzialità dell’intelligenza artificiale per rintracciare dei nuovi esopianeti. Con questo termine si indicano dei pianeti che si trovano al di fuori del nostro sistema solare e che gravitano attorno ad un’altra stella, diversa dal nostro sole ma in qualche modo simile per talune caratteristiche.
Pochi giorni fa (14 dicembre) l’agenzia spaziale ha annunciato una straordinaria scoperta: quella di un sistema del tutto simile al nostro, ma più in piccolo, composto da otto esopianeti che ruotano intorno ad un “sole” definito Kepler-90. Si tratta di un sistema che dista 2545 anni luce dalla Terra e che è stato scoperto grazie all’utilizzo, nel corso di questi ultimi anni, del telescopio spaziale Kepler.
L’ottavo esopianeta è stato chiamato Kepler-90i ed è stato individuato grazie ad una tecnologia che la Nasa ha messo a punto in collaborazione con Google. L’intelligenza artificiale che ne è derivata è stata in grado di leggere, tramite i computers, i segnali raccolti dal telescopio in 4 anni di attività (circa 35mila segnali) e di riconoscerli come segnali provenienti da pianeti estranei al sistema solare.
Le nuove potenzialità messe in campo dalla collaborazione Nasa-Google hanno permesso di intercettare un altro esopianeta, Kepler-80g, che presenta delle caratteristiche molto simili al pianeta Terra. Kepler-80g è il sesto pianeta scoperto nel sistema Kepler-80. Le ricerche che sono state avviate potrebbero portare alla definitiva scoperta del pianeta Nibiru (o pianeta X), la cui esistenza è stata più volte negata dalla Nasa stessa.
La scienziata Jessie Dotson si è detta soddisfatta del progetto Kepler, utile per scoprire altri pianeti che presentino delle caratteristiche tali da renderli abitabili per l’uomo: “Questi risultati dimostrano il valore duraturo della missione Kepler. Nuovi modi di analizzare i dati – come queste fasi iniziali della ricerca mediante l’applicazione di algoritmi di machine learning – promettono di continuare a produrre progressi significativi nella comprensione dei sistemi planetari attorno ad altre stelle. Sono sicuro che ci sono altre novità nei dati, in attesa che le persone le trovino.”
Maria Mento