
Il giorno più bello della vita, quello legato al parto e alla nascita di un figlio, si è trasformato in un dramma dai contorni orribili per una coppia. Il piccolo, che i medici hanno deciso di far nascere in posizione podalica, ed in maniera naturale, è rimasto infatti ‘decapitato’ nel corso della rischiosa manovra e non ha mai visto la luce. Tutto è iniziato lo scorso lunedì quando Reina ha cominciato a sentire forti dolori al ventre ed insieme al marito, entrambe di Buenos Aires, si sono recati di corsa in ospedale da Salvador Mazza, dove si trovavano per festeggiare il Natale in famiglia. Alla 22esima settimana di gravidanza, i medici hanno rifiutato la sua richiesta di essere sottoposta a parto cesareo, optando per un rischioso parto naturale.
La manovra, già di per sè complicata, è stata malamente eseguita ed il piccolo è stato così decapitato proprio all’interno dell’utero della madre. “Quando sono arrivata – ha raccontato la donna, ancora sconvolta, ai media locali – hanno eseguito un’ecografia e il bambino era vivo perché abbiamo sentito battere il suo cuore . Quando mi si sono rotte le acque, il dottore mi ha portato in travaglio e ha iniziato a fare pressione sul mio stomaco per far uscire il bambino, nonostante non avessi contrazioni. Ho chiesto – ha specificato – di farmi un taglio cesareo, ma mi hanno risposto che in quel momento non c’era nessuno in grado di farlo”. Reina ha spiegato che il dottore ha cominciato a fare delle manovre brusche: “per me era molto doloroso e quando gliel’ho detto mi ha risposto di stare zitta e aprire le gambe. A quel punto i piedi di mio figlio erano usciti: c’era un’ostetrica con lui e hanno iniziato a tirarlo fino a quando non è uscito. Io non avevo idea di quello che era successo: so che mi hanno portato immediatamente in chirurgia. Quando gli ho chiesto il perché mi hanno risposto che dovevano effettuare un cesareo per rimuovere la testa di mio figlio. Non mi hanno dato nessun’altra spiegazione. Adesso voglio giustizia perché ciò che è capitato a me non succeda ad altre mamme. Dovrebbero licenziare l’ostetrica e il dottore che mi hanno fatto questo: hanno decapitato il mio bambino”. L’episodio è avvenuto all’ospedale Juan Domingo Peron di Tartagal i cui medici rischiano ora grosso: la coppia ha infatti presentato una denuncia per negligenza contro il nosocomio. Fortunatamente Reina è riuscita ad espellere la testa del piccolo insieme alla placenta ma è rimasta chiaramente shoccata da quanto accaduto, e lo ha raccontato tra le lacrime al marito che si era assentato per comprare dei pannolini.
Il direttore danitario Josè Fernandez ha confermato che la direzione collaborerà con le indagini, fornendo tutti i dettagli dell’incidente, oltre ai nomi dei medici e delle ostetriche coinvolti: “I medici – ha dichiarato – hanno deciso di non optare per un cesareo visto che signora Valazquez aveva una dilatazione di 11 cm. Il bambino era in posizione podalica, quindi il corpo è uscito prima: quando è arrivato il momento della testa c’è stato uno spasmo della cervice che ha compresso il collo del piccolo. L’ostetrica ha chiamato un altro dottore che ha tentato di liberarlo, ma durante le manovre è avvenuto il distacco del capo”. Un’autopsia è stata disposta per accertare le cause del decesso e nel frattempo è stata avviata un’approfondita indagine sul caso.
Daniele Orlandi