Roma, spuntano i messaggi hot inviati dal professore alle sue alunne: “Mi piaci, ti voglio e ti amo”

Roma. Si fa sempre più complessa- di fronte alla legge- la posizione del professore Maurizio Gracceva, insegnante di storia e filosofia presso il Liceo Tasso di Roma. L’uomo, sessantenne, è stato accusato di aver molestato quattro delle sue giovanissime alunne. Ad inchiodarlo ancora di più alle sue responsabilità sono i messaggini hot che il professore inviava alle giovani e che sarebbero stati circa centinaia ogni giorno, come raccontato dalle stesse vittime.

I messaggi incriminati sarebbero circa 2600 e sono stati allegati come prove alle denunce che le studentesse hanno sporto contro il professore. Molti di questi messaggi hanno un contenuto che sembrerebbe essere di natura inequivocabile. «Quando rientri ti bacio tutta se lo vorrai>>, «Al posto del tuo amico, ti avrei già spogliata», e ancora frasi come «Se dovessi avere bisogno di una consulenza sessuale, sono a disposizione»: tutti messaggi che inneggiano alla sfera sessuale e a cui sembra difficile- se non impossibile- poter dare un senso diverso.

L’uomo è stato sospeso dal suo incarico e, raggiunto da Giuseppe Scarpa di “Repubblica”, ha dichiarato di essere solo in parte responsabile di quanto accaduto. Maurizio Gracceva ha parlato di un interesse sentimentale da parte della sua alunna, interesse da lui respinto, ma di aver sbagliato ad utilizzare quel determinato linguaggio leggibile nei messaggi e che pagherà per questo. Il professore ha una moglie, Valeria Ciai, le cui parole sono state raccontate dal “Corriere della Sera- Roma: «Cosa le posso dire? Che sono distrutta, io come persona, poi la mia famiglia, può immaginare, evidentemente mio marito ha peccato di gravi leggerezze ma queste sono cose che ci vedremo tra noi, nel nostro rapporto».

Maurizio Gracceva, tuttavia, è convinto che stia venendo fuori una versione troppo di parte su tutta questa storia. Ecco altre sue dichiarazioni: “Non ho mai scritto di mia iniziativa alle mie studentesse, ho sempre risposto ai loro messaggi. Parlavamo delle materie ma anche dei loro problemi, a volte si confidavano. Tra gli ultimi messaggi che ricordo c’è quello di una delle quattro studentesse che ora mi accusa inviatomi dopo una lezione sul Romanticismo tedesco. Mi scriveva: “Professore la sua lezione oggi è stata bellissima”.  E io l’ho ringraziata”, ha detto il professore. L’uomo ha anche specificato che il suo numero lo hanno tutti perché lo fornisce a chiunque lo chieda.

Maria Mento