Andrea Favaretto, il protagonista della nostra storia, dice di essere basito.
Lui è un capotreno di 51 anni, veneziano, che due anni fa ha fatto scendere un nigeriano dal treno alla stazione di Santa Giustina a Belluno. Questo perché lo straniero non gli voleva far vedere il biglietto.
“Il collega del regionale precedente mi aveva avvertito che in stazione c’erano dei nigeriani che aveva fatto scendere. Quando l’ho visto a bordo gli ho chiesto il biglietto. Una, due volte, ma lui era sempre al cellulare e non mi dava retta. Ho così pensato di prendere il suo borsone e portarlo a terra, in modo che scendesse anche lui” ha commentato il capotreno.
Da lì è nato uno scontro, il nigeriano 42enne infatti non l’ha presa bene. “Mi ha seguito arrabbiato e mi ha preso a calci e sberle facendomi cadere gli occhiali. Io ho chiamato i carabinieri per poi risalire sul treno che doveva ripartire. Oh, io non sono razzista, faccio il mio lavoro e cerco di farlo bene con tutti, italiani o stranieri che siano” ha commentato l’uomo.
Il nigeriano, irregolare, è stato poi espulso nel 2016. Eppure i magistrati di Belluno hanno optato per una condanna per il capotreno, vista come assurda da molti: ‘violenza privata’ per il capotreno. In attesa delle motivazioni, dal dispositivo della sentenza si legge che “Favaretto ha ritenuto di avere a che fare con un viaggiatore sprovvisto di legittimo titolo di viaggio” mentre invece il nigeriano aveva il biglietto.
Ma il capotreno ha una giustificazione anche per questo. “Quanto al biglietto, non era regolare: l’ha timbrato prima che arrivassero i carabinieri. L’ora impressa è infatti successiva a quella dell’arrivo in stazione” ha commentato Favaretto.
“Faremo certamente ricorso ma vorrei ricordare che c’è un procedimento per lesioni anche contro il nigeriano, che però risulta irreperibile” ricorda l’avvocato del capotreno.
R.M.