L’Everest e quei corpi congelati nel ghiaccio: centinaia gli scalatori morti nel tentativo di conquistarlo

Cadavere sul monte EverestIl monte Everest, la vetta più alta non solo di tutta la catena montuosa dell’Himalaya ma anche del mondo intero, è la montagna che nell’immaginario collettivo ha sempre suscitato fascino ed allo stesso tempo timore reverenziale. Moltissime persone, partendo dagli scalatori fino ad arrivare a semplici appassionati ed avventurieri, hanno sognato di riuscire a conquistarne la cima e di entrare, di diritto, nella storia per l’impresa portata a termine.

Nel corso degli anni, in verità, l’Everest ha insegnato una durissima lezione a coloro che hanno provato a domarlo, togliendo la vita a quasi tutti quelli che si sono cimentati nella scalata. Sono alcune centinaia (circa 300) i corpi degli scalatori che ancora il monte custodisce nel ghiaccio, proprio nella zona dove ciascuno di loro si è arreso al proprio destino comprendendo che sarebbe stato impossibile tornare a valle. Si tratta di persone che sono morte ad altezze impraticabili e per questo motivo le loro spoglie non sono mai state recuperate.

Molti di questi corpi non avranno mai un nome. Sono degli spettatori silenziosi che gli scalatori incontrano sul loro cammino e che in qualche modo dovrebbero rappresentare un monito per i più spericolati (spesso molti corpi sono chiaramente invisibili perché sepolti dalla neve). A molti di questi corpi, sovente, gli altri scalatori danno dei nomi di fantasia: “Green Boots” è il corpo più famoso per il quale sia stato trovato un epiteto; l’uomo in questione, dotato di calzature distintive, è morto- circondato dalle sue bombole di ossigeno– in una sorta di grotta nota come la “Grotta degli stivali verdi”.

Al d là di tutto questo, il bilancio delle vittime è talmente alto che il Nepal ha vietato l’ascesa ai monti agli scalatori che intendano intraprendere la via in solitaria. Soltanto nel maggio dell’anno scorso sono stati trovati nelle loro tende quattro scalatori che sarebbero morti a causa delle esalazioni emanate dalla loro stufa a gas.

Maria Mento