La sinistra italiana vive da tempo di paradossi che l’hanno portata ad uno smantellamento lento e costante. Questo processo di autodistruzione ha condotto la sinistra ad una realtà che oggi la vede rappresentata da partiti di minoranza, che possono avere come unica ambizione quella di arrivare allo sbarramento del 3%. Non è quindi così paradossale che uno dei suoi leader, artefice dell’ultimo cataclisma all’interno di questo mondo eterogeneo ed autoreferenziale, parli di papa Francesco come l’unico leader credibile della sinistra italiana.
A pronunciare questa frase ad effetto è stato Massimo D’Alema, promotore della scissione dal Pd degli elementi più “Radicali” ed ispiratore di Liberi e Uguali, durante la presentazione del libro di Giorgio Merlo sul cattolicesimo politico a Roma, intitolato ‘Cattolici senza partito?‘. L’ex premier, infatti, sostiene: “Siamo di fronte a un paradosso: se il cattolicesimo politico e oggettivamente smarrito, la Chiesa è invece determinata e protagonista nel diffondere il suo messaggio di critica alla realtà: Francesco è il principale leader della sinistra, nel modo più significativo”.
Si tratta chiaramente di una provocazione al partito di centro sinistra e al contempo di un pensiero non tanto dissimile dalla sua visione d’insieme del mondo politico italiano, ma è principalmente un’apertura, una captatio benevolentiae, al mondo cattolico: “Il progetto che stiamo cercando di costruire con LeU non vuole essere un club esclusivo di ex comunisti, ma vuole essere aperto e deve accogliere i principi cattolici”.