
Vittima di abusi verbali online e di minacce di morte, con una campagna avviata allo scopo di ‘deportarla’. Ha dell’incredibile quanto accaduto ad una ragazza al festival musicale
‘Rhythm and Vines’ in Nuova Zelanda, ‘colpevole’ di essersi mostrata in topless, con i seni coperti solo dai brillantini e molestata da un uomo ma anche filmata da qualcuno che ha poi postato il video online. Madeline Anello-Kitzmiller, 20 anni, stava passeggiando sul prato, durante il festival organizzato a Gisborne, quando un uomo è giunto alle sue spalle e le ha afferrato il seno; la ragazza ha raccontato di aver subito abusi durante l’intera giornata ma, tornata a casa, ha scoperto che un video che la mostrava con il seno coperto soltanto da brillantini, era finito sul web e diventato virale.
Da quel momento la giovane ha cominciato a ricevere decine di minacce: nella clip infatti viene ripreso l’istante nel quale lo sconosciuto tocca il seno della ragazza che, insieme ad un’amica, si volta lo raggiunge e comincia a colpirlo sul volto per poi gettargli il drink in faccia. Il filmato ha ottenuto milioni di visualizzazioni ma se da una parte del web ha difeso la giovane sostenendo che abbia fatto bene a reagire così, a decine l’hanno addirittura minacciata di morte e c’è chi ha pensato addirittura di avviare una petizione online, che ha ottenuto diverse centinaia di firme, allo scopo di farla deportare dal paese.

La giovane a questo punto ha deciso di raccontare tutto ai media spiegando che gli abusi erano iniziati ben prima che il video venisse realizzato: “alcune persone si sono avvicinate afferrando il mio capezzolo e stringendolo forte, il che è stato semplicemente orribile. Altri mi hanno urlato conto dicendo che ero disgustosa”. Dal canto suo la 20enne si è detta “orgogliosa” di aver esercitato il diritto di indossare glitter al posto di un reggiseno, dicendosi sconvolta per la reazione orribile delle persone. In molti l’hanno però difesa, organizzando una marcia in topless a Aukland per combattere le molestie e per la difesa dei propri diritti.
Daniele Orlandi