Un evento tragico. Questa l’opinione del giudice che ha tenuto l’udienza d’apertura per il caso di suicidio di Ursula Keogh, la ragazza di 11 anni scomparsa lo scorso 22 gennaio e trovata priva di vita all’interno del fiume ad Halifax, West Yorkshire (Inghilterra). L’udienza è servita ad aprire formalmente un’inchiesta sul giorno del suicidio e sui motivi che hanno portato la pre adolescente a commettere il suicidio, pare infatti che la giovanissima Ursula avesse precedenti auto lesionisti e si indaga sulla possibilità che ci sia una responsabilità da parte della madre, Nicola Harlow.
A fare presente i problemi della ragazzina è stato il medico legale che si è occupato del caso è che ha riferito alla corte: “Ursula Keogh viveva con la madre ed aveva precedenti di autolesionismo. E’ stata la stessa madre a contattare la polizia in preda alla preoccupazione per la figlia che le aveva mandato il seguente messaggio: ‘Ti amo tantissimo, ma mi dispiace’”. Il medico spiega anche che le ricerche hanno portato prima al ritrovamento del cellulare della vittima sul ponte che sovrasta il fiume ed in seguito al ritrovamento del cadavere della piccola. Al termine della breve udienza la madre della vittima non è stata imputata con nessun capo d’accusa. Una seconda udienza è prevista per metà aprile ed una conclusiva per giugno.
F.S.