Elfquest è arrivato al capolinea, quarant’anni dopo il numero #1
40 anni fa i coniugi Wendy e Richard Pini pubblicavano il primo numero di Elfquest

Quarant’anni sono un’età notevole per un fumetto, tanto più se si tratta di una produzione indipendente iniziata quasi per scommessa. E invece Elfquest, la saga fantasy degli elfi creata da Wendy e Richard Pini nel 1978, ha tagliato il traguardo delle quaranta primavere il 28 Febbraio 2018. Per l’occasione, la serie si è conclusa con la pubblicazione dell’ultimo episodio della “Final Quest”, edita da Dark Horse Comics. Una concordanza di date non certo casuale e che i coniugi Pini hanno pianificato accuratamente nel corso degli anni.
L’ultimo episodio delle avventure dell’elfo Cutter e della sua tribù di Wolfriders ha tenuto inchiodati alle pagine, o agli schermi dei loro ipad, migliaia di lettori che si sono fiondati ad acquistare il fumetto in versione cartacea oppure online, con l’app di Dark Horse. Un albo destinato, con ogni probabilità, a diventare un vero oggetto di collezione per gli appassionati di fumetti.
Lupi, elfi e magia; con Elfquest il fumetto americano “scopriva” il fantasy

Elfquest ha l’onore di essere stato il primo fumetto fantasy indipendente americano e sicuramente il più longevo. Negli anni ’80, quando la serie vide per la prima volta la luce (con Wendy Pini ai disegni e lei e il marito Richard ai testi), imperversava infatti sulla scena il fumetto di matrice supereroistica (ancora oggi uno dei generi maggiormente in voga). Esistevano già altri titoli dagli elementi fortemente fantastici o fantasy, ma si trattava di un fantasy più classico, molto “alla Tolkien”, e pubblicato dalle grandi major.
Wendy e Richard Pini invece, con i loro soli sforzi, portarono nella scena del fumetto qualcosa di profondamente innovativo. Nel mondo di Elfquest la magia degli elfi diventa un retaggio di un’antica popolazione extraterrestre, e il fantasy e la fantascienza si uniscono a un messaggio di tolleranza del diverso e di libertà – nella vita, nell’amore, nelle scelte personali, nel pensiero – che hanno fatto appassionare generazioni di lettori alle vicende di Cutter e dei suoi Wolfriders, gli elfi cavalcatori di lupi che vivono nascosti nelle foreste, perseguitati dall’odio feroce degli uomini.
Con le sue aperture a temi spesso molto controversi (dall’omosessualità all’integrazione multietnica, dalla spiritualità al rispetto per l’ambiente, dalla poligamia alla libertà di scelta, passando per filosofia di vita improntata al New Age, il razzismo, l’uguaglianza, l’uso delle armi e perfino la ribellione contro ogni forma di schiavitù), Elfquest nel corso dei suoi quarant’anni è stato una pietra miliare nella storia del fumetto, non solo indipendente e non solo americano.
Tra grandi editori e cuore indipendente

Il successo della serie degli elfi creata da Wendy e Richard Pini nel lontano 1978, del resto, è stato testimoniato proprio dal crescente interesse delle majors del fumetto per quella che era nata come un’autopubblicazione. Elfquest può considerarsi a buon diritto l’unico fumetto a essere stato ristampato, negli anni, da tutti e tre i Big 3 degli USA.
Ad aggiudicarsi i diritti di diffusione fu dapprima la Marvel, che ristampò la serie in toto e a colori nel 1985. Nato in bianco e nero, Elfquest aveva già conosciuto una prima versione a colori nell’edizione Father Tree Press curata dagli stessi Wendy e Richard Pini; per la ristampa Marvel, Wendy utilizzò una palette di colori chiaramente ispirata al cinema d’animazione. In seguito la serie tornò a essere pubblicata e distribuita in proprio dalla società Warp Graphics, fondata da Wendy insieme al marito.
Elfquest come pubblicazione indipendente continuò a tenere banco fino al 2003, quando fu la DC Comics a interessarsi ai diritti di diffusione della saga degli elfi. La prima serie, “Original Quest”, venne ristampata in una nuova veste grafica e interamente colorata al computer; per la DC uscirono anche due nuove graphic novel, “The Searcher and the Sword” (in cui una ragazza umana adottata dagli elfi intraprende un arduo cammino di formazione e scoperta di sé) e “The Discovery” (una storia d’amore stagliata su un contesto di paure, incertezze e diffidenze). DC Comics fece uscire anche una seconda ristampa, in bianco e nero e in volumetti di formato ridotto, volutamente ispirati ai manga giapponesi; in questa collana, oltre alla “Original Quest” vennero raccolte anche le serie successive, “Siege At Blue Mountain”, “Kings of the Broken Wheel” e “Dreamtime” (tutte pubblicate in proprio dai Pini a cavallo degli anni ’80 e ’90).
Nel 2013 infine sarà la Dark Horse a interessarsi a questa lunga saga a fumetti, pubblicando il nuovo capitolo delle avventure di Cutter (la “Final Quest” che conclude la storia del protagonista) oltre a delle ristampe in bianco e nero di tutta la precedente produzione della serie. Un sodalizio creativo, quello fra Dark Horse e gli autori, che ha raggiunto il culmine proprio in occasionale del quarantennale della serie, con la pubblicazione del finale che i fan attendevano ansiosamente da decenni.
Anche all’estero Elfquest ha conosciuto globalmente un buon successo, con le traduzioni in Danimarca, Germania, Francia e Russia; in Italia la serie incontrò minor fortuna, nonostante gli sforzi della casa editrice Macchia Nera per far conoscere al pubblico l’opera di Richard e Wendy Pini. Tuttavia, una nuova traduzione voluta dalla Dark Horse ha recentemente aperto la strada a un revival delle avventure degli elfi.
L’anniversario di Elfquest nel 2018

Una pietra miliare, i quarant’anni di Elfquest. E un traguardo che Wendy e Richard Pini hanno deciso di celebrare in grande stile.
L’uscita dell’ultimo numero del fumetto, il 28 Febbraio 2018, è infatti solo il primo di una serie di eventi a tema che gli autori hanno organizzato. A cominciare da un tour che durerà l’intero anno e che li vedrà protagonisti di numerose convention negli Stati Uniti e anche in Europa. Nel corso delle apparizioni pubbliche gli autori rilasceranno interviste, firmeranno autografi e si faranno immortalare insieme ai loro lettori e fans, in una vera full immersion che sta già facendo parlare di sé nel mondo del fumetto. L’uscita dell’ultimo episodio delle avventure degli elfi è già stato accompagnato da un gran numero di interviste che stanno diffondendosi proprio in queste ore nel Web.
Sempre per il 2018 è previsto anche un giveaway online per i fan che parteciperanno con i loro selfie celebrativi dei quarant’anni di Elfquest. Ma l’appuntamento più atteso è sicuramente la San Diego Comic Con, che con ogni probabilità quest’anno sarà presa d’assedio da un vero e proprio mare di cosplayers con le orecchie a punta. Tutti riuniti per congedarsi da un’avventura fantastica, durata ben quarant’anni. Tutti riuniti in un partecipe e sentito addio al suo indimenticabile protagonista, l’elfo Cutter. Che nel corso di quei quarant’anni è stato capo, compagno, padre, eroe, vittima. Ma soprattutto – come conclude la sua acerrima nemica Winnowill nell’ultimo episodio – un simbolo di libertà e di coraggio. I valori più grandi, in fondo, che un fumetto possa trasmettere.

Cristina Pezzica