Il suo nome è Moustafa Elshennawi ed è salito alle cronache per il suo atto di violenza compiuto nel corso della “Manifestazione antirazzista” di Piacenza, nel corso della quale un poliziotto venne aggredito da un’orda di manifestanti e pestato addirittura con il suo scudo mentre era a terra e non poteva difendersi, e il poliziotto viene anche colpito a calci e pugni.
La vittima della brutale aggressione è il brigadiere capo Luca Belvedere in forze al quinto Battaglione Carabinieri di Bologna, colpito già volte quando era a terra.
L’aggressore era l’egiziano Moustafa Elshennawi. E’ stato accusato di rapina per aver sottratto il manganello del carabinieri, di violenza e minaccia a pubblico ufficiale, violenza privata, lesioni aggravate in concorso. Con lui era stato arrestato anche Giorgio Battagliolia, fermato dalla polizia nel ristorante dove lavora come cuoco.
Venne identificato perché l’intera scena era stata filmata e venne portato in carcere. Ma non è rimasto tanto dietro le sbarre: infatti i sindacalisti della Cobas hanno presentato ricorso al tribunale del Riesame e hanno ottenuto che l’uomo tornasse ai domiciliari. Mohamed Ali Arafat, sindacalista a Picenza, esulta per la liberazione dell’aggressore del carabiniere. “La liberazione di Moustafa è solo il primo di una serie di passaggi necessari a liberare tutti i protagonisti di quella grande giornata di lotta antirazzista” ha scritto su Fb. E tanti saluti alla giustizia.
R.M.