“Astori non è morto di infarto”: forse il capitano poteva salvarsi

Ad Udine dopo l’autopsia il referto parlava in questi termini recita: «In base alle evidenze dell’ esame autoptico effettuato in data 6 marzo 2018 sul cadavere di Astori Davide Giacomo, in riferimento alla causa di morte, la si può indicare come causa di morte cardiaca, senza evidenze macroscopiche, verosimilmente su base bradiaritmica, con spiccata congestione poliviscerale ed edema polmonare. Per la diagnosi definitiva, sono necessari approfonditi esami istologici».

E’ liberoquotiano.it a lanciare questo brutto sospetto attraverso le sue pagine on line. Il quotidiano ipotizza che “in termini comprensibili a chi legge, rivela quello che loro stessi avevano già ipotizzato e scritto su questo giornale il giorno del decesso del calciatore, senza nemmeno attendere l’ autopsia, e cioè che questo sfortunato giovane uomo non è morto di “morte naturale”, che è una condizione che non esiste, né è morto di infarto del miocardio, il quale avrebbe dato sintomi in vita e segni evidenti nelle coronarie, ma è invece deceduto per un grave disturbo elettrico del cuore che, ahi lui, non gli era stato mai diagnosticato, e che nelle ultime ore di vita ha rallentato il suo cuore, provocando nel suo corpo l’ accumulo di liquidi nelle viscere e nei polmoni, liquidi non più in grado di essere smaltiti dalla pompa cardiaca, la quale, non essendo stata curata, si è esaurita fino a fermare definitivamente il muscolo cardiaco di Davide durante quella tragica notte”

Ha parlato dunque in questi termini Melania Rizzoli, facendo delle ipotesi che forse possono solo far male alla famiglia e che a questo punto diranno: ma potevano salvarlo?

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