Christiana Ruggeri, giornalista della Rai, racconta quello che le è avvenuto ed è consapevole di essere salva per miracolo, e per merito della sua bambina. E’ stata aggredita da un afghano, panettiere e con precedenti per minacce e eggraessione, mentre si trovava in via Ugo Ojetti a Talenti. L’uomo è l’ex compagno della bambinaia della donna, che non si sarebbe rassegnato al fatto che la fidanzata ha deciso di lasciarlo quando lui l’ha aggredita, a novembre. Così ha deciso di vendicarsi sulla datrice di lavoro di lei, la giornalista Christiana Ruggeri, minacciandola e seguendola. “Lui mi accusa di essere responsabile della fine della relazione con la nostra tata, ma non è vero” dice la Ruggeri, che l’ha anche denunciato.
Fino all’agguato finale: si è nascosto con un coltello fra le macchine e ha atteso che Christiana Ruggeri arrivasse. Così è avvenuto, la giornalista era assieme alla figlia.
La bambina ha avvisato la mamma quando ha visto l’uomo col coltello: lei stava legando la bimba in auto quando la piccola, alle spalle della madre, ha visto avvicinarsi l’uomo che brandiva il coltellaccio. “Devo la vita alla mia bambina di sette anni che si è messa a gridare” racconta la Ruggeri. La donna racconta come si sono svolti i fatti: “Dovevo accompagnare mia figlia a scuola, l’ho sistemata sul seggiolino posteriore nell’auto, ero chinata verso di lei per allacciarle la cintura di sicurezza, quando all’improvviso si è messa a urlare guardando dietro di me”. La bambina ha urlato “Ti ammazza, mamma, ti ammazza!”.
“Giusto il tempo di voltarmi e mi sono ritrovata l’ex della tata che brandiva il pugnale e veniva verso di me. Era sbucato da dietro un albero. La lama era almeno di 30 centimetri”. La donna, nervi saldi, salta in macchina e chiude le portiere. Ma lui cerca di sfondare i finestrini ed il parabrezza.
“Ho messo in moto e sono partita, e lui dietro a piedi, per 200 metri, con il pugnale in mano”. “Ora è ancora in giro e adesso abbiamo davvero paura” si sfoga la giornalista. Infatti il 30enne afghano, regolare in Italia, dopo l’aggressione è fuggito nel nulla. “Chi proteggerà da questo violento e pericoloso individuo, me e la mia bambina? Ha cercato di ucciderci: non basta? Che venga assicurato alla giustizia”.
R.M.