La bella stagione sta tornando e- se la primavera, ormai alle porte, ancora nei fatti stenta a decollare- è il ritorno dell’ora legale a ricordarci che i minuti di luce delle nostre giornate saranno maggiori da ora in avanti. Vi spieghiamo tutto quello che c’è da sapere in proposito
Come ogni anno, marzo non ci porterà soltanto la primavera ma anche l’ora legale. Quest’anno il cambio di orario avverrà nella notte di passaggio tra sabato 24 e domenica 25 marzo, in quest’occasione anche domenica delle palme (per il calendario delle festività cattoliche) ed ultima domenica precedente a quella pasquale.
Alle due di notte del 25 marzo le lancette dell’orologio dovranno essere spostate in avanti di un’ora, arrivando direttamente alle tre di notte. Immancabile l’appunto sull’ora di sonno che tutti perderemo, a favore però di un’ora di luce in più al giorno che ci porterà ufficialmente fuori dalle “corte” giornate invernali.
Tutti gli orologi andranno manualmente tarati sul nuovo orario, mentre il problema non si pone per i nostri dispositivi informatici (tablet, smartphone, ecc.) che sintonizzeranno il loro orologio digitale autonomamente e grazie alla connessione internet. Detto questo, c’è ancora una cosa pratica da tenere a mente: il cambio di orario porterà scombussolamento, stress, difficoltà nella concentrazione e a prendere sonno in alcuni soggetti. Ne sono sicuri gli scienziati che hanno studiato il fenomeno, in ogni caso (per fortuna) soltanto passeggero.
L’ora legale, nata tra le due guerre, è stata introdotta al fine di risparmiare energia ed è stata adottata, in via definitiva, dall’Italia nel 1966. Non tutti sanno che però l’ora legale ha rischiato di scomparire. Secondo una risoluzione presentata da molti eurodeputati dell’est e del nord Europa, l’ora legale sarebbe dovuta essere abolita interrompendo il vigente cambio dell’ora che si effettua ogni sei mesi. Il paragrafo della mozione che prevedeva la scomparsa dell’ora legale è stato abolito dal Parlamento europeo in favore di una modifica che ha chiesto una valutazione (ed un’eventuale modifica) delle direttive europee emanate in merito nel 2000.
Maria Mento