Bambina picchiata in classe perché ebrea

Il crescente odio razziale ravvisato negli ultimi anni in gran parte dell’Europa ha prima sollevato l’allarme del ritorno al razzismo e successivamente è scomparso dalla cronaca, tornado a far parte della quotidianità tra il silenzio generale. In questi giorni, però, il problema è tornato di dominio pubblico in seguito a due fatti distanti geograficamente e per la portata dell’avvenimento, ma facenti parte di una matrice comune: l’antisemitismo.
Il sentimento di odio nei confronti dei praticanti della religione ebraica dovrebbe essere un triste argomento per i libri di storia, eppure quanto successo in una scuola elementare di Berlino, la ‘Paul-Simmel‘, dimostra che questo astio non solo non è morto ma attecchisce anche tra i più giovani. Un bambino di appena 7 anni ha chiesto ad una coetanea se fosse ebrea, la piccola ha risposto senza problemi di sì, aggiungendo che il padre e la madre erano di fede ebraica ma non erano praticanti, tanto è bastato per scatenare una violenta reazione ai danni della bambina. Il compagno di classe l’ha spinta a terra ed ha cominciato ad insultarla e picchiarla con l’ausilio di altri bambini, tutti di età compresa tra i 7 e gli 8 anni.
La diffusione dell’antisemitismo ed i precedenti recenti
Secondo quanto riportato dai quotidiani locali, il motivo di tale aggressione è da collegare ad una dinamica sociale chiamata mobbing religioso perpetrato, a quanto pare, dai bambini musulmani ai danni di quelli con una fede diversa. A confermare che quello di Berlino non è un caso isolato è Marina Chernivsky, portavoce della comunità ebraica giovanile: “Offese, minacce e anche attacchi fisici sono all’ordine del giorno sia nelle scuole elementari, sia negli asili”.
La preoccupazione è che il fenomeno non si limiti semplicemente alle scuole e che possa portare ad altri assassini come quello verificatosi in Francia lo scorso 26 marzo: l’anziana Mireille Knoll, 85enne sopravvissuta alla Shoah, è stata prima accoltellata e poi bruciata viva all’interno del suo appartamento. Proprio la brutale uccisione ha indotto gli inquirenti a pensare che si sia trattato di un omicidio a sfondo antisemita.