
Esecuzione in Messico, ucciso un pavese di 37 anni
Si chiamava Alberto Villani l’uomo di 37 anni trovato ucciso in Messico, ammazzato in una esecuzione in piena regola.
Era un broker di Pavia, un intermediario finanziario, trovato senza vita con due colpi di revolver alla nuca. Il suo corpo era in un sacco di plastica a Tlaltizaplan, una cittadina di 45mila abitanti nello stato di Morelos, a circa 100 chilometri da Città del Messico.
Il corpo era stato gettato lungo una strada a cento chilometri dalla capitale.
Accanto al corpo senza vita del 37enne un cartello inquietante che riporta la scritta “Questo mi è successo per essere un ladro”.
Le ipotesi sull’omicidio
Alberto Villani era nato a Valencia, Spagna, e viveva a Pavia. Conviveva con una donna di El Salvador, Corin Astrid Rodriguez, nella città lombarda, e con lei aveva avuto due figli.
Alberto Villani era partito per il Messico, per questioni di lavoro, il 23 febbraio, e l’ultimo contatto lo aveva avuto con la compagna il 20 marzo, prima di sparire nel nulla. A quel punto la donna, preoccupata, aveva presentato una denuncia alla Questura di Pavia, e a quel punto la polizia messicana ha trovato il cadavere di Alberto Villani.
Ad ora la polizia locale non è in grado di avanzare ipotesi circa l’omicidio del broker, che spesso viaggiava per lavoro e specialmente nei Paesi con lingua spagnola, che conosceva bene. La tragedia, per ora, resta un giallo.
Lo sfogo della compagna
La compagna dell’uomo era stata avvertita del tragico ritrovamento nella notte fra giovedì e venerdì dalle autorità italiane. “Alberto era partito per il Messico perché doveva fare da intermediario per l’apertura degli uffici di una società finanziaria. Alloggiava in un albergo di Cuautla, a una centinaio di chilometri dalla capitale. Lo sentivo al telefono ogni giorno e mi sembrava tranquillo. Mi spiegava che il lavoro proseguiva bene e, anzi, aveva prolungato il soggiorno in Messico. Del resto aveva un biglietto di ritorno aperto sino a fine marzo. Mi ero arrabbiata, poi avevo capito. Del resto lo amavo tantissimo. Aveva già acquistato i regali per i bambini. Niente lasciava presagire cosa sarebbe successo” spiega la Rodriguez.
Gli ultimi contatti
La compagna della vittima ricostruisce anche il loro ultimo contatto, avvenuto la sera del 20 marzo, quando lui si trovava allo scalo di Città del Messico. “Era andato li in taxi perché doveva cambiare dei soldi. Mi aveva detto che mi avrebbe richiamato dopo due ore quando sarebbe rientrato a Cuautla. Invece in albergo non l’hanno più visto” spiega la donna. “La telefonata non arrivava e ho avuto un presentimento. Sentivo che era successo qualcosa di molto grave. Ho chiamato la nostra ambasciata e, dopo molte insistenze, la polizia è andata in albergo. Alberto non c’era ed era anche sparita la sua valigia”.