Il corpo di Cristo
“Questa statua è la rappresentazione tridimensionale a grandezza naturale dell’Uomo della Sindone, realizzata sulle misure millimetriche ricavate dal lenzuolo in cui fu avvolto il corpo di Cristo dopo la crocifissione. Riteniamo perciò di avere finalmente l’immagine precisa di come era Gesù su questa terra. D’ora in poi non si potrà più raffigurarlo senza tenere conto di quest’opera.”
Queste sono le parole del professor Giulio Fanti, professore associato di ‘Misure meccaniche e termiche all’Università di Padova’ e studioso della Sindone, che sembra non avere dubbi riguardo alla veridicità della Sacra Sindone e che, insieme al maestro Sergio Rodella, ha presentato un modello completamente tridimensionale del corpo del Cristo utilizzando le tecnologie più avanzate.
La Sacra Sindone
La Sacra Sindone è da molti considerata come il velo che ha coperto il corpo di Gesù Cristo dopo la morte per crocifissione.
Conservata a Torino dal 1578, la storia della Sindone è sempre stata molto controversa; Nel 1988, l’esame del ‘carbonio 14’ sul velo, eseguito in simultanea e in maniera indipendente dai laboratori di Zurigo, Tucson e Oxford, ha datato la Sindone in un epoca compresa tra il 1260 e il 1390, in pieno Medioevo insomma.
Nonostante questo, ancora oggi molti ritengono la Sindone il velo che ha ricoperto il corpo di Gesù e sul quale è impresso il vero volto del Salvatore.
La passione di Cristo
“Secondo i nostri studi Gesù era un uomo di bellezza straordinaria. Longilineo, ma molto robusto, era alto un metro e ottanta centimetri, mentre la statura media dell’epoca era di circa 1 metro e 65. E aveva un’espressione regale e maestosa.”
“Sulla Sindone ho contato 370 ferite da flagello, senza prendere in considerazione quelle laterali, che il lenzuolo non riporta perché avvolgeva solo la parte anteriore e posteriore del corpo. Possiamo perciò ipotizzare un totale di almeno 600 colpi. Inoltre la ricostruzione tridimensionale ha permesso di ricostruire che al momento della morte l’uomo della Sindone si è accasciato verso destra perché la spalla destra era lussata in modo tanto grave da ledere i nervi.”
Mario Barba