L’ennesima, terribile, violenza perpetrata ai danni di una bimba di appena otto anni- stuprata e poi uccisa- ha riacceso le tensioni in India, Paese tristemente noto per le dure condizioni di vita delle donne. Alcune manifestazioni in ricordo della piccola si sono tenute a Delhi.
Violentata e uccisa: arrestate ben otto persone
Il tristissimo episodio risale allo scorso gennaio ed è avvenuto nello stato di Jammu e Kashmir. I colpevoli sarebbero due persone, un minorenne ed un suo complice; la bimba è stata costretta ad assumere sedativi e poi è rimasta prigioniera per circa cinque giorni all’interno di un tempio indù. In quei cinque giorni è successo un vero abominio: non solo il minorenne, ma anche diversi altri uomini (tra i quali persino un agente di polizia), avrebbero ripetutamente abusato del corpo della bimba prima di finirla. La piccola è stata poi strangolata, colpita con una pietra e abbandonata– ormai morta- in un bosco. Questa è la ricostruzione fornita dalla polizia che sta conducendo le indagini. Ci sarebbero otto persone arrestate per questi brutali fatti, e tutti e otto sarebbero degli indù. La bimba apparteneva, invece, ad una comunità nomade musulmana. Nel sud dello stato (dove si sono consumati lo stupro e l’omicidio) quella islamica è soltanto una minoranza.
Bimba stuprata ed uccisa, tensioni tra musulmani ed indù
La violenza sessuale e l’omicidio hanno causato una grande emozione- mista a forte sdegno– tra la popolazione, e questo ha favorito anche il riaffiorare di vecchie tensioni tra le comunità indù ed islamica. In molti hanno condannato le brutalità commesse contro la piccola, mentre altri esponenti della comunità indù hanno manifestato a favore delle persone che secondo loro sarebbero state arrestate ingiustamente. L’identità della piccola non si conosce, e questo perché un ordine del tribunale ha decretato la protezione dei suoi dati personali. Intanto, a Delhi è salita la tensione e ci sono state diverse manifestazioni, di cui una marcia a lume di candela guidata da Rahul Gandhi, leader dell’opposizione, allo scopo di condannare la brutalità di questo assassinio. Anche il Primo Ministro dello stato di Jammu e Kashmir si è chiaramente schierato, parlando di “una vergogna per l’umanità”.
Maria Mento