Il calciatore Donato Bergamini, detto Denis Bergamini, non si è ucciso. Il suo caso è un caso lampante di omicidio che per quasi trent’anni è rimasto irrisolto. Già nell’aprile di un anno fa la Procura aveva deciso di riaprire il caso, etichettandolo come omicidio in concorso (qui tutti i dettagli). Adesso sono disponibili le trascrizioni degli atti stilati dai periti in ben 84 pagine.
Denis Bergamini, le trascrizioni degli atti depositati nel 2017
La morte di Denis Bergamini non ha mai convinto nessuno e ha portato ad una riesumazione della salma nel luglio del 2017. I risultati di questa autopsia, eseguita su di un corpo straordinariamente conservato, sono davvero sorprendenti e sono stati svelati in anteprima dalla Gazzetta dello Sport: Denis Bergamini è stato ucciso. Stordito con del cloroformio prima e soffocato con un sacchetto di plastica dopo, il suo corpo senza vita (o giusto in fin di vita) è stato poi gettato sotto le ruote di un camion (che lo ha schiacciato nella zona del bacino muovendosi a bassa velocità) in modo tale che si credesse ad un suicidio. Questi risultati hanno completamente ribaltato le conclusioni, errate, ottenute con l’autopsia del 1990. Grazie all’utilizzo della glicoforina, infatti, sono state evidenziate tracce di lesioni tra laringe e trachea procurate al calciatore quando ancora era vivo. Ma la zona della bocca e della laringe non vennero esaminate nel primo esame autoptico. Al momento, tre persone sono indagate per questa morte: Isabella Internò (ex fidanzata), il marito di lei (un poliziotto) e il camionista. Non si esclude che ci possano essere, a breve, altri colpi di scena ed altre persone indagate.
Denis Bergamini, un omicidio mascherato da suicidio
Il 18 novembre del 1989, a Roseto Capo Spulico (Cosenza), Denis Bergamini venne ritrovato cadavere lungo la strada statale 106 Jonica. La prima ipotesi, rimasta in auge per circa vent’anni sebbene mai ritenuta davvero credibile, fu quella di suicidio. Denis Bergamini si sarebbe volontariamente gettato sotto le ruote di un camion che lo avrebbe trascinato sull’asfalto per ben 60 metri. Sul corpo, però, non venne trovata alcuna ferita compatibile con l’impatto e con il trascinamento. Inoltre, il cadavere era pulito e non coperto di fango, sebbene in quel tratto di strada avesse piovuto. La teoria, sostenuta soprattutto dall’ex fidanzata e dal camionista (i quali dissero di aver visto il Bergamini buttarsi volontariamente), non ha retto di fronte alle evidenti prove analizzate dai medici legali nel luglio del 2017. A novembre del 2017 il deposito dell’esito sull’autopsia ha confermato, appunto, la morte per soffocamento camuffata poi da suicidio.
Maria Mento