Cinderella challenge è un’espressione utilizzata per indicare una nuova moda che si sta diffondendo tramite internet. Nonostante il nome sembri innocente, riprendendo il nome di Cenerentola e quindi di una fiaba per bambini, siamo di fronte ad un qualcosa di estremamente pericoloso. Ecco di cosa si tratta.
Cinderella challenge, la moda che sta spopolando tra i giovani
Il Cinderella Challenge, in un certo senso, sta andando a sostituire la più recente moda del Blue Whale, che ha portato al suicidio numerosi ragazzi (molti altri lo hanno tentato senza riuscirci) istigati da terzi a compiere diverse azioni di pericolosità crescente, a mo’ di prova di coraggio. Il Cinderella Challenge è una moda che proprio come quella si sta diffondendo tra i giovanissimi e che prevede delle differenze sostanziali capaci, comunque, di portare ugualmente ad un tragico epilogo. Il tema della sfida è molto semplice: smettere di mangiare per ottenere una vita sottile, assolutamente non realistica, come quella che ha Cenerentola nelle celebri scene del cartone animato.
Cinderella challenge, la sfida si gioca sui social networks
La sfida proposta dal Cinderella Challenge è nata sui social ed è partita dal Giappone. I pericoli che il perverso gioco nasconde sono chiari: le giovani che si affamano per diventare sempre più magre possono sprofondare nel gorgo nero di anoressia e disturbi alimentari connessi, senza contare la pressione psicologica che non avere una forma fisica come quella di Cenerentola può scatenare nelle adolescenti. I social, da questo punto di vista, sono una continua fonte di pericolo. Del resto, che i social non abbiano migliorato la vita dei più giovani ma la abbiano soltanto peggiorata, è stato ormai appurato da diverse ricerche e studi statistici. Secondo una ricerca condotta dall’Officer for National Statistics, infatti, soltanto un giovane su tre circa crede che i social abbiano influito in modo positivo sulla nostra società. Inoltre, i giovani che passano più tempo incollati al computer sarebbero più infelici dei coetanei che trascorrono meno tempo sui social. La bandiera nera per l’infelicità dei giovani causata dai social va all’Italia: a dirlo è un rapporto dell’Unicef.
Maria Mento