”Fa parte di lui. Se odiassi lui dovrei odiare mio figlio”
Una donna, vittima degli abusi sessuali di un uomo che l’ha messa incinta all’età di 14 anni, ha dichiarato di non riuscire ad odiare quell’uomo perché suo figlio “fa parte di lui”.
Sammy Woodhouse è stata violentata a Rotherham, in Inghilterra, da un pedofilo di nome Arshid “Ash” Hussain, nel 1999.
In una lettera al ‘Sunday’ la donna, però, dichiara di non poter odiare il suo aguzzino.
“Mio figlio fa parte di lui e se lo odiassi, dovrei odiare mio figlio. Ho amato Ash. Ho avuto un bambino con lui e mi aspettavo di trascorrere il resto della mia vita con lui. Ero un’illusa“.
Hussain faceva parte di una banda di pedofili, che insieme a molti altri gruppi a Rotherham, nello Yorkshire meridionale, hanno abusato di oltre 1.000 bambini tra il 1997 e il 2013.
L’adescamento, gli abusi e l’infatuazione
Dopo aver trovato Sammy in un locale notturno, il “pericoloso criminale” le disse che aveva trascorso del tempo in prigione e aveva rubato auto.
Infatuata di Hussain, la studentessa cominciò a vedere l’uomo britannico pakistano quasi ogni giorno e presto iniziò una relazione sessuale con il suo violento e sadico carnefice. Dopo un mese facevano sesso tutti i giorni. Due volte la mise incinta, la prima volta ebbe un aborto, ma a 15 anni diede alla luce un bambino di nome James.
Hussain ha anche convinto Sammy a violare la legge – compresa la partecipazione a una rapina a mano armata in un ufficio postale, sostiene la donna.
Ora accusa i poliziotti che al tempo l’accusarono di essere una “prostituta minorenne“.
Sammy sostiene che, quando entrò nel comando di polizia per sporgere denuncia, in origine sarebbe stato visto dai poliziotti come un “amore malato” tra ragazzi.
Parlando di un rapporto sugli abusi del 2001, Sammy continua: “E’ stato agghiacciante sapere di essere stata nominata come una delle 10 vittime, o come venivano chiamate allora “prostitute minorenni”.
I suoi genitori, sconvolti, avevano chiesto per Sammy di essere tenuta lontana da Hussain. Tuttavia, gli assistenti sociali hanno permesso a Ash di continuare a incontrare l’adolescente, anche se sapevano che era stato in prigione.
L’epilogo della tumultuosa vicenda
Dopo aver parlato degli abusi subiti, Sammy sostiene che i servizi sociali hanno minacciato di portare via i suoi due figli e di metterli su un “ordine di protezione“.
Ha detto: “I servizi sociali non era riuscito a proteggermi per anni, ma ora che ero il nome e la vergogna nei media, volevano proteggere i miei figli. Mi sembrava di essere stata ricattata per smettere di fare campagna elettorale. Pensavo di fermarmi, ma mi sono resa conto che era l’ultima cosa che avrei dovuto fare”.
Determinata Sammy portato avanti la sua crociata per la giustizia e, infine, ha visto Hussain essere messo dietro le sbarre per 25 anni nel dicembre 2015.
Mario Barba