L’educazione ai tempi dei social

Quando si è adolescenti si ritiene che criticare le generazioni successivi ci classifichi come anziani. Pur non rientrando per ragioni anagrafiche in quella categoria sempre più persone in Italia si interrogano sul livello di educazione che caratterizza gli adolescenti di oggi. Il motivo è semplice, basta guardare i social o leggere delle notizie di cronaca per rendersi conto, non solo che gli adolescenti ed i pre adolescenti bruciano tappe nella crescita imitando comportamenti non adeguati di persone più grandi ed in vista, ma anche che si è perso ogni senso della decenza e del rispetto per gli altri. Basti pensare al crescente cyber bullismo o al modo superficiale in cui viene trattato il sesso e di conseguenza denigrata una ragazza che per desiderio o per semplice adesione ai costumi odierni si concede a determinate richieste, come nel caso della 13enne di cui abbiamo parlato oggi.
Il video dell’aggressione al professore
In un simile contesto in cui non c’è rispetto né per se stessi né per gli altri, non è lecito attendersi che si possa portare rispetto per chi è più grande e riveste un ruolo di autorità. La dimostrazione è fornita da un video pubblicato su Facebook che gira da qualche giorno a questa parte. Nel video in questione si vede un ragazzo che contesta il voto preso nel compito in classe urlando contro il professore “Non mi faccia incazzare”. Dall’alto della sua esperienza il professore ignora l’arrogante ragazzino e finge che non stia succedendo niente, ma questo gli afferra il registro stimolando una reazione istintiva nell’uomo che si alza in piedi per intimorire il giovane. Questo però non desiste ed urla contro l’insegnante: “Mi metta 6. Lei non ha capito niente, chi è che comanda qui?”. Il video si conclude con le risate delle ragazze che lo hanno filmato.
Chiaramente e per fortuna non tutti i giovani aderiscono ad un simile comportamento, ma è preoccupante che una scena di degrado come questa si verifichi e che possa essere imitata da qualcuno che visualizza l’aberrante video. Pertanto è necessario che si faccia comprendere alle nuove generazioni che simili atteggiamenti sono errati e non portano ad altro che a conseguenze spiacevoli, come l’esclusione dall’istituto.
AGGIORNAMENTO: buone notizie per la collettività. Il terribile atto di bullisimo di cui vi abbiamo parlato ieri – tra i primi in Italia – avrà conseguenze. I tre studenti coinvolti nella vicenda, tutti minorenni e appartenenti ad un istituto tecnico di Lucca, sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla polizia postale e dalla Digos, che hanno proceduto d’ufficio.
Quest’oggi ha deciso di muoversi anche il Preside dell’Istituto, che ha anche presentato formalmente una denuncia, schierandosi così al fianco del docente – 64enne, insegnante di italiano e storia: “Si tratta di un fatto gravissimo, ora servono sanzioni”, era stato il commento a caldo. Domani, fattanto, il consiglio di classe si riunirà per decidere le sanzioni a carico dello studente, che ha presentato le proprie scuse. Troppo facile, farlo adesso che si è nell’occhio del ciclone mediatico.