Rumeno aggredisce un anziano e viene filmato: il video su Facebook- VIDEO

Video aggressione anziano su FacebookSu Facebook, da qualche ora, circola un video di circa 46 secondi che mostra una brutale aggressione a scopo di rapina che un giovane rumeno avrebbe messo a segno ai danni di un anziano. L’aggressione si sarebbe svolta in Via dei Valtorta (Milano) nella giornata del 20 aprile scorso. Ci sono, però, dei forti indizi che fanno pensare ad una bufala.

Il video della violenza e il post: “Noi abbiamo le mani legate”

Il video è stato pubblicato all’incirca sei ore fa sulla pagina Facebook di Michele Tumbarello, un esponente delle Forze dell’Ordine e questo si deduce da quanto l’uomo scrive nel post d’accompagnamento al video: “Cazzo non è possibile che noi delle forze armate abbiamo le mani legate davanti a tanta violenza e crudeltà. Teniamo presente che questo povero vecchietto potrebbe essere nostro padre. Ripeto NOI non possiamo fare nulla. Ieri mattina alle 10,00 a Milano in Via dei valtorta. Autore: CALDARARU chestor nato in Romania il 06.10.1988..”. Il video è stato visualizzato da circa 66mila utenti  e condiviso da quasi 1500. Nei commenti, gli utenti inneggiano contro l’aggressore e Tumbarello da’ la notizia che il giovane si trova già in galera ma che potrebbe non restarci a lungo. Sarà vero tutto ciò?

Aggressione contro un anziano: è una bufala

La notizia sarebbe di quelle veramente gravi e allarmanti, se solo fosse vera. Per fortuna (o purtroppo, da punto di vista della diffusione delle fake news), siamo portati a dire che si tratti di una bufala e siamo in grado di affermarlo per svariati motivi. Innanzitutto, anche ammettendo che il video e l’aggressione siano autentici, nessuna testata di livello nazionale o locale riporta l’accaduto (cosa notevolmente strana per un’aggressione violenta come quella visibile nel frame). Inoltre è impensabile che un esponente delle Forze dell’Ordine, quale afferma di essere questo Michele Tumbarello, possa diffondere su di un profilo Facebook dei dati così sensibili– dati che la sua professione gli impone di proteggere- e per di più affermando che in questi casi le Forze dell’Ordine hanno le mani legate (rischiando di incoraggiare, indirettamente, chi legge a farsi giustizia da solo). Anche qualora si trattasse di una denuncia vera fatta tramite un profilo fasullo, sarebbe facilmente rintracciabile grazie all’operato della Polizia Postale e l’identità segreta del poliziotto in questione non sarebbe egualmente al sicuro. Infine, ricercando online il nome del presunto aggressore (tale Caldararu Chestor di nazionalità rumena) non si riscontrano risultati utili: il più interessante riguarda un canale Youtube privo, però, di contenuti.

Maria Mento

EDIT: Essendo molto particolari le modalità di pubblicazione della notizia e la totale mancanza di altre fonti eccetto il video Facebook di cui abbiamo parlato, al momento della pubblicazione del nostro articolo, la nostra redazione ha continuato a monitorare le informazioni a riguardo per vedere se sarebbe stato confermato o no il sospetto di bufala di cui abbiamo detto (bufale che sempre abbiamo cercato di smentire, ove esistenti). In effetti, tutte le principali testate nazionali (tra cui La Repubblica e Il Messaggero) hanno mandato in rete la notizia e lo hanno fatto soltanto oggi, dopo di noi. Grazie a questi nuovi dati possiamo rettificare quanto sopra scritto: non si tratta di una bufala, ma di un crudele atto di cronaca realmente accaduto ai danni di un anziano che adesso si trova ricoverato in ospedale e versa in stato di coma. L’aggressore, tale Chestor Caldararu (dati anagrafici quindi realmente esistenti), è stato arrestato e accusato di rapina e tentato omicidio. L’uomo aveva già dei precedenti. Il ritardo nella pubblicazione della notizia potrebbe essere spiegato dal fatto che l’aggressione è stata denunciata soltanto sabato, pur essendo avvenuta martedì scorso. Pur stigmatizzando fortemente l’accaduto ed auspicando che venga comminata una pena esemplare per il cittadino rumeno coinvolto nella terribile vicenda, rimaniamo egualmente perplessi per il modus operandi che ha visto la pubblicazione delle immagini su Facebook prima della diffusione della notizia. Ad ogni modo, ci scusiamo per l’errore, dettato dalla volontà di informarvi in tempo reale su quanto accade in Italia e nel Mondo.