Il medico che ha visitato Alfie è furioso: “tutto questo è folle!”

E’ leetteralmente “furioso” per il caso di Alfie Evans il professor Nikolaus Haas, direttore el dipartimento di Cardiologia pediatrica e terapia intensiva all’ospedale dell’Università Ludwig-Maximilian di Monaco, tra i medici che hanno visitato persoanlmente il bambino. Intervistato dal quotidiano tedesco Die welt, il professore ha spiegato di essere stato contattato dalla famiglia di Alfie, dopo che “i medici avevano detto loro che non volevano fare più niente per il bambino e intendevano sospendere i sostegni vitali. Ai genitori era stato vietato anche il trasporto in un altro ospedale, perchè – ha specificato – il bambino era troppo malato e la cosa lo avrebbe messo in pericolo”. Ricostruendo passo dopo passo l’intera vicenda, il medico tedesco ha sottolineato che i genitori del bambino sono riusciti a trovare un servizio di trasporto adatto al figlio presso la struttura di Monaco, le cui tecnologie consentono di trasportare, in ogni parte del mondo, i bambini come Alfie; questo perchè, ha specificato il dottore, pur avendo anche gli inglesi un servizio di questo tipo “non vogliono che la famiglia Evans lo utilizzi”.

L’ospedale di Liverpool, ‘non vogliamo che un altro medico visiti Alfie’

Ma una volta appresa la richiesta di un consulto da parte di un team tedesco “l’ospedale ha detto apertamente: non vogliamo che un altro medico visiti il bambino. Perciò la famiglia ha deciso di portare dentro il signor Hübner (aiuto primario di Haas) come un amico”. Una volta scoperto che si trattava di un professionista però, l’equipe di medici ha deciso di non parlargli ed Hübner, consultando solo la documentazione clinica fornitagli dai genitori, ha visitato il bambino per conto proprio. “Alfie – ha spiegato il medico – era ventilato in modo corretto, non si muoveva, aveva solo crisi epilettiche occasionali. Perciò il signor Hübner ha messo per iscritto: il bambino è “adatto al volo”. Ma questo naturalmente all’ospedale non è piaciuto affatto. E adesso – ha proseguito – un giudice dice che gli Evans possono andare a casa, ma non possono lasciare il paese per far curare il bambino altrove a proprie spese? Tutto questo è folle!”, ricordando che in Germania le cose sarebbero andate diversamente anche nei casi più particolari, come quello di Alfie Evans e pur dopo aver escluso ogni possibile terapia. “Questi pazienti – ha dichiarato nel corso dell’intervista – non devono restare nell’unità di terapia intensiva, tuttavia devono essere curati al meglio”. Sta alla volontà dei genitori decidere se farlo in una struttura specializzata o nella propria abitazione.

Alfie, il processo prosegue

Oggi le valutazioni dell’esperto sono agli atti del processo che ha portato alla decisione di sospendere, per Alfie, i sostegni vitali presso la struttura nella quale si trova ricoverato, l’Alder Hey Children’s Hospital di Liverpool.

Daniele Orlandi