Condannati per abuso e non per aggressione sessuale, la protesta delle suore di clausura

Una condanna che non piace, tale da scatenare un moto di protesta che ha coinvolto addirittura le suore di clausura. E’ accaduto in Spagna, dove le carmelitane di Hondarribia hanno alzato la voce sui social per esprimersi contro la sentenza per lo stupro di gruppo avvenuto nel 2016 a Pamplona, nel giorno della festa di San Fermin. I giudici hanno infatti deciso di condannare i cinque ragazzi del branco per abuso ma non per aggressione sessuale, scatenando un moto di protesta in gran parte della Spagna; e al coro di polemiche si sono aggiunte anche le suore della diocesi di San Sebastian che su Facebook hanno scritto un messaggio più che eloquente: Noi – hanno sottolineato le carmelitane – viviamo in clausura, portiamo un abito quasi fino alle caviglie, non usciamo di notte (se non per le emergenze), non andiamo a feste, non assumiamo alcolici e abbiamo fatto voto di castità”.

Il messaggio delle suore carmelitane

“Questa è una scelta che non ci rende migliori né peggiori di chiunque altro – hanno proseguito le suore di clausura nel post su Facebook – anche se paradossalmente ci renderà più libere e felici di altri. E perché è una scelta libera, difenderemo con tutti i mezzi a nostra disposizione (questo è uno) il diritto di tutte le donne a fare liberamente il contrario senza che vengano giudicate, violentate, intimidite, uccise o umiliate per questo. Sorella, io ti credo”. Le loro parole di contrarietà per il tipo di condanna inflitta ai giovani della ‘Manada’ hanno, in breve tempo, varcato i confini nazionali facendo il giro del mondo.

Daniele Orlandi