L’incidente e il coma
A neppure due giorni dalla morte di Alfie Evans, ecco una storia che ci parla di fede, speranza, di forza e soprattutto che riconferma che il confine fra la vita e la morte non è sempre così netto come talora ci spiegano le previsioni mediche.
Taylor Reid era un bambino di Ballysillan, nell’Irlanda del Nord, di 10 anni. Un giorno, mentre si esercitava con la sua moto da cross, per la quale aveva una grande passione, ebbe un piccolo incidente fuori casa. Battè forte la testa, tanto da entrare in coma. In ospedale i medici non diedero alcuna speranza ai genitori: dissero che il bambino era “cerebralmente morto” e consigliarono loro di staccare la spina, perché non c’era più nulla da fare.
“Staccate la spina, è cerebralmente morto”
“Quando siamo andati in ospedale dopo l’incidente i medici ci hanno detto che Taylor aveva solo il 2% di possibilità di sopravvivere e che probabilmente non avrebbe superato la notte. Dopo la caduta pensavo fosse morto sul colpo” ricorda la mamma del bambino.
Per ben tre volte i medici hanno consigliato ai genitori di staccare la spina. Ma per tre volte i genitori hanno risposto “No”.
“Ci hanno detto che non c’era nulla da fare, io, a dir la verità, non avevo la speranza che si riprendesse, ma mio marito non ha mai smesso di crederci” ammette la mamma di Taylor, Cheryl.
A due anni dal terrificante incidente, a Taylor è successo qualcosa di medicalmente inspiegabile. Ha aperto gli occhi: piange, ride, risponde se stimolato. Sta ricominciando a comunicare.
Un vero e propio miracolo, un fatto inspiegabile per la scienza, perché il cervello del piccolo sembrava definitivamente compromesso.