La morte del piccolo Alfie Evans ha fatto il giro del mondo e milioni di persone si sono strette attorno ai giovanissimi genitori del bimbo, scomparso a causa di una rara malattia neurodegenerativa, dopo una lunga battaglia giudiziaria contro i medici dell’ospedale di Liverpool presso il quale era ricoverato. Ma c’è chi ha reagito diversamente al suo decesso, con orribili battute riguardanti lo ‘stupro’ di Alfie.
I commenti sul gruppo Facebook dopo la morte di Alfie
Vili commenti postati per scherzo in un gruppo di dark humor su Facebook da parte di un magazziniere, in seguito licenziato per le sue assurde parole scaturite nel corso di una discussione con una ragazza, nella quale si domandavano cosa avrebbero fatto con il cadavere del bimbo. Una battuta dai contorni orribili, che ha indignato migliaia di persone. Un portavoce dell’azienda presso la quale lavorava l’uomo ha dichiarato che, non appena i commenti sono stati portati alla loro attenzione, il dipendente è stato immediatamente sospeso.
La battuta sullo stupro di Alfie
Il gruppo Facebook conta quasi 6000 persone e vanta una politica “senza esclusione di colpi” richiedendo cioè la segnalazione di possibili “spie” che potrebbero divulgare i contenuti all’esterno, in modo che possano essere espulse. Qui poco dopo la sua scomparsa, c’è chi lo ha definito un “cavolo di morto cerebrale” o lo “spreco di un letto”, prima che una ragazza chiedesse, “chi vuole violentare Alfie con me?”. Il giovane magazziniere, 20 anni, si è unito alla conversazione suggerendo modi violenti per commettere, ipoteticamente, l’atto. Tuttavia le sue parole hanno ben preso varcato i confini del gruppo Facebook, condivise tra i sostenitori di Alfie’s Army e scatenando un’accesa ondata di polemiche. Tanto che l’azienda ha deciso di licenziarlo per cattiva condotta, ringraziando chi li ha contattati per segnalare quanto accaduto sui social e le forze dell’ordine per essere tempestivamente intervenute.
Daniele Orlandi