Il caso di cui stiamo per parlarvi riguarda uno spropositato, quanto assurdo, modo di dimostrare il proprio sentimento religioso. Una coppia canadese ha perso la custodia legale della propria figlia dopo aver subìto una discutibile sconfitta in tribunale. I due genitori hanno utilizzato un leone peluche come loro avvocato: vediamo perché.
Un peluche come avvocato: doveva essere un tramite con Dio
Ci troviamo in Columbia britannica (Canada) e i fatti che stiamo per raccontare risalgono a quasi un anno fa. Un uomo e una donna, da poco diventati papà e mamma di una bimba, sono stati processati perché ritenuti inadatti ad assolvere al loro ruolo di neogenitori. Ed ecco un qualcosa che ha dell’incredibile: in tribunale, i due hanno scelto di non farsi assistere da un avvocato in carne ed ossa ma da un peluche a forma di leone. Il motivo? Quel leone peluche suggeriva ai due la parola di Dio, da seguire durante il processo. Dio sarebbe stato, in quest’ottica, testimone e giudice allo stesso tempo. Peccato che questa strampalata convinzione non solo li abbia portati a perdere la causa ma- cosa di molto peggiore- con la sconfitta in tribunale i genitori hanno perso la custodia della figlia. La bimba adesso ha un anno ed i fatti risalgono a quando la piccola aveva soltanto un mese di età. I due possono visitare la figlia nel corso di incontri che, chiaramente, sono controllai e che avvengono alla presenza di terze persone.
Le motivazioni che hanno portato alla revoca della tutela legale
Secondo quanto riportato dai media locali, i genitori avrebbero perso il loro diritto di mantenere la custodia legale della figlia in seguito a dei comportamenti ritenuti non consoni e che hanno a che fare sempre con la religione. La coppia avrebbe sottoposto la figlia ad esami medici non necessari, comprese vaccinazioni e test dell’udito; c’è di più, ed è un qualcosa che riguarda addirittura la salute mentale dei due imputati, che avrebbero voluto cambiare il nome della figlia in “Jesus Joy of the Lord” e che avrebbero addirittura voluto intervenire sulle interferenze demoniache sulla chiesa. Il padre della bambina, tra l’altro, sarebbe stato anche membro di una setta da qui la decisione di ascoltarli in tribunali per decidere delle loro capacità genitoriali e delle sorti della loro bambina. I due genitori, giudicati non affidabili, sostengono che si sia verificata una palese violazione dei loro diritti e hanno fatto ricorso.
Maria Mento