Yaya Tourè, la maledizione dell’agente: “Il tecnico scoprirà cosa sono gli stregoni africani”

Yaya Tourè accusa Guardiola di razzismo, il suo agente gli lancia una maledizione

Le accuse di Yaya Touré a Guardiola hanno fatto il giro del mondo in pochissime ore. Secondo il giocatore africano, l’allenatore catalano avrebbe utilizzato un trattamento differente nei suoi confronti, impedendogli di essere parte del cammino trionfale del City in Premier League per motivi di razzismo, non contro i neri (altrimenti Sané non avrebbe giocato tutto il campionato come titolare) ma nei confronti degli africani. Le considerazioni del calciatore nascono da un anno che lo ha visto non protagonista e relegato in panchina nonostante le buone condizioni fisiche, il che configura la scelta di Guardiola come tecnica, ma non come razzista. Cosa ha indotto Touré a pensare che il motivo dell’esclusione dal campo fosse personale?

A suo dire un atteggiamento differente nei confronti dei calciatori africani, tanto che nelle sue dichiarazioni a ‘France Football’ ha concluso dicendo: “Fa finta di non avere problemi con i giocatori di colore, non cade nella trappola perché è troppo intelligente e non lo riconoscerà mai. Quando allenerà una squadra con cinque africani non nazionalizzati, gli manderò una torta”. Guardiola non ha replicato alle accuse, in compenso però gli è arrivata la maledizione da parte dell’agente di Tourè, Dimitri Seluk, il quale ha dichiarato: “Il trattamento di Guardiola nei confronti di Yaya al Manchester City non è un errore, ma un crimine che avrà delle conseguenze. Il tecnico scoprirà cosa sono gli stregoni africani. Ricordatevi queste parole: il Benfica soffre della maledizione di Bela Guttman, che gli impedisce di vincere le finali europee; Guardiola può avere tutti i soldi che vuole per il mercato, ma batterà questo record negativo”.

La maledizione di Bela Guttmann sul Benfica

L’anatema lanciato da Bela Guttmann, allenatore ebreo di origine ungherese che negli anni ’60 vinse due Coppe dei Campioni di fila con il Benfica, è nota a tutti gli appassionati di calcio: era il 1962 quando l’allenatore vince la seconda competizione europea battendo in finale il Real Madrid di Puskas e Ghento (squadra fenomenale ormai a fine ciclo) e chiede un aumento alla società lusitana. La dirigenza gli nega l’aumento e lui se ne va sbattendo la porta e, pare, pronunciando l’anatema: “D’ora in avanti il Benfica non vincerà più una coppa internazionale, per almeno 100 anni”. Di anni ne sono passati 56 e da allora la squadra più vincente del Portogallo non solo non ha vinto una finale ma ne ha perse ben 8.

La prima finale persa è quella di Coppa dei Campioni contro il Milan di Rivera, nessuno diede peso alle parole di Guttmann perché ci poteva stare non vincere la terza finale consecutiva e nemmeno quando nel ’65 perse quella contro l’Inter di Elenio Herrera. Il dubbio che la maledizione fosse reale venne quando nel ’68 il Benfica perse la terza finale consecutiva contro il Manchester con un gol allo scadere. Da quel momento in poi sono state altre cinque le finali perse delle quali le ultime due, quella persa con il Chelsea nel 2013 e quella con il Siviglia l’anno successivo, hanno ricordato nuovamente la famosa frase dell’allenatore.