Madre e compagno torturano a morte il figlio di 8 anni perchè ‘potrebbe essere gay’

“Potrebbe essere gay”. E’ questo il motivo che ha spinto una donna, insieme al fidanzato, ad uccidere il suo stesso figlio di soli 8 anni dopo averlo torturato e costretto a mangiare feci di gatto. Pearl Fernandez, 34 anni, trascorrerà il resto della sua vita in prigione dopo aver ammesso di aver compiuto il terribile omicidio svelandone anche le motivazioni: la coppia temeva che il piccolo fosse omosessuale. Andrà molto peggio al compagno di lei, Isauro Aguirre, 37 anni, responsabile delle atroci torture contro il piccolo Gabriel Fernandez e che per questo verrà condannato a morte come sentenziato da un tribunale di Los Angeles.

La ricostruzione dei fatti

La coppia avrebbe torturato la vittima per ben otto mesi prima della sua morte, avvenuta nel maggio del 2013. Lo avrebbero sottoposto a trattamenti di ogni tipo, dallo spray al peperoncino a colpi di pistola ad aria complessa contro i suoi genitali, per poi costringerlo a mangiare le feci di gatto ed il suo stesso vomito. Gli avrebbero, stando a quanto emerso durante il processo, anche infilato una calza in bocca chiudendolo in un armadio per attutire le sue urla. Violenze che crescevano quando lo vedevano giocare con le bambole. Quando il piccolo non ha più retto alle torture inflitte contro il suo fragile corpo ed è stato portato in ospedale, i medici hanno scoperto che aveva una frattura al cranio, tre costole rotte e pallini di arma da fuoco ‘incastrati’ nel corpo.

Le parole dei medici

“Era come se ogni centimetro di questo bambino fosse stato torturato” ha rivelato James Cermak, paramedico della Lafd, nel corso di un’audizione tenutasi l’anno successivo alla sua morte. “Per otto mesi consecutivi il bambino è stato maltrattato, picchiato e torturato più severamente di molti prigionieri di guerra” ha sottolineato il procuratore distrettuale Jonathan Hatami rivolgendosi ai giurati nel corso del processo. “Non ho mai visto così tante ferite sulla pelle di un bambino” ha aggiunto James Kemp Ribe dell’ufficio del coroner della contea di Los Angeles. Poco dopo la sua nascita, nel 2005, il bambino era stato affidato ad alcuni parenti salvo poi essere reclamato dalla madre nell’ottobre del 2012.

I sospetti dalla scuola

La sua insegnante ha raccontato che in almeno un’occasione la madre lo aveva lasciato sanguinante dopo averlo colpito con una cintura e che un giorno si è presentato a scuola con un labbro insanguinato, gli occhi neri e vari lividi sul viso. Poco prima della sua morte è stata anche scoperta una nota suicida scritta dal bambino ma nessuno è intervenuto; per questo due operatori sociali sono stati licenziati, a causa delle ripetute occasioni perse per salvare la vita del piccolo Gabriel.

Daniele Orlandi