Colpo di scena dietro al decesso di Davide Astori, il calciatore di Fiorentina e Nazionale deceduto a causa di un improvviso malore nella notte del 4 marzo 2018. E’ quanto emerso dai risultati dell’ultima perizia medico-legale dai quali emerge che il giocatore non sarebbe morto a causa di una bradiaritmia, bensì in seguito ad un’accelerazione improvvisa del cuore e che, se qualcuno si fosse trovato nella sua stessa camera al momento del malore, si sarebbe molto probabilmente salvato.
Davide Astori si poteva salvare?
Un vero cambio di rotta dunque in merito alle ipotesi del decesso: inizialmente si pensava che il suo cuore avesse progressivamente rallentato fino a smettere di pulsare, ovvero che fosse stato colpito da un episodio di bradicardia. Ma Carlo Moreschi e Gaeteano Thiene, i due medici legali che stanno lavorando al caso, hanno avanzato una seconda possibilità: ovvero che Astoria sia morto per ‘tachiaritmia’. Si tratta, nella fattispecie, di un’accelerazione improvvisa del cuore che se presa per tempo non porta alla morte. Dunque se un altro calciatore avesse dormito con lui nella camera dell’hotel ‘Là di Moret’ di Udine, dove Astori alloggiava insieme alla squadra per disputare, il giorno seguente, la partita contro l’Udinese forse sarebbe sopravvissuto.
I risultati della perizia condotta dagli esperti
Ad oggi i magistrati che stanno indagando sul caso non hanno però ancora confermato la notizia, si attendono dunque ulteriori sviluppi; nel frattempo i due professori, esperti incaricati dal pm Barbara Loffredo, hanno consegnato alle autorità i risultati della perizia.
Daniele Orlandi