Solo pochi giorni fa aveva postato su Facebook una foto che lo ritraeva sorridente, in giardino, mentre leggeva un libro e dava il buongiorno ai suoi fan. Ma nelle ultime ore un infarto se lo è portato via: è morto Gino Santercole, il noto paroliere di Adriano Celentano insieme al quale ha costruito gran parte della sua carriera artistica; non solo una collaborazione ma anche un legame di parentela in quanto era il nipote del Molleggiato: il decesso, a 77 anni, è avvenuto nella sua casa a Roma. La vita di Santercole non è stata facile: ha perso il padre quando era ancora un bambino ed è stato portato in collegio finchè non ha iniziato a lavorare come orologiaio, proprio come suo zio. Ma la sua vera passione era la musica e così, pochi anni dopo, è arrivato il suo debutto insieme ad Adriano Celentano nei Rock Boys e, a seguire, con i Ribelli. Gino diventa a tutti gli effetti uno dei membri del Clan di Celentano, una sorta di marchio di fabbrica che comprendeva anche artisti del calibro di Ricky Gianco e Don Backy tanto da trasformarlo in un’etichetta musicale chiamata per l’appunto, Clan Celentano.
Il debutto da solista, il matrimonio e la depressione
Gino debuttò da solista nel 1964 pubblicando il singolo Stella d’argento. Poi calcò il palco di Sanremo nel 1966, quando presentando Il ragazzo della vias Gluck a Sanremo insieme al Molleggiato: il brano venne scartato subito ma divenne un successo. Le nozze con Anna Moroni, sorella di Claudia Mori, arrivarono poco tempo dopo diventando così il cognato di suo zio Celentano. Il suo capolavoro Una carezza in un pugno risale al 1986, pubblicato sul lato b del vinile di Azzurro, singolo scritto da Paolo Conte per Adriano. La depressione lo colpisce negli anni ’70, anni del divorzio dalla moglie e della sempre maggiore distanza da Celentano e Claudia Mori. Si ritroveranno nel 1999, anno del ritorno di Gino Santercole e della riappacificazione, in diretta televisiva, con il Molleggiato.
Il ritorno sulle scene
Pochi anni fa gino Santercole ha deciso di tornare sulle scene: lo ha fatto pubblicando l’album voglio essere me. In tale occasione Gino aveva spiegato che in un’epoca nella quale “i ragazzi vogliono essere tutti come Vasco Rossi, io voglio essere me. Per questo nell’album ho inserito diversi stili, tutti legati alle mie radici”.
Daniele Orlandi