Tornano in auge le accuse di don Manganiello a Saviano, il sacerdote afferma che lo scrittore non ha mai vissuto la realtà di Scampia.

Non un periodo esattamente facile per lo scrittore Roberto Saviano, recentemente condannato per diffamazione per non aver modificato il suo best seller ‘Gomorra’ togliendo il riferimento all’imprenditore Vincenzo Boccolato. Già 4 anni fa l’imprenditore lo aveva accusato di diffamazione per averlo indicato come colluso con la camorra e il tribunale civile aveva condannato Saviano a risarcirlo con 30 mila euro di ammenda. La nuova edizione di ‘Gomorra‘, ciò nonostante, è stata pubblicata senza la rettifica e questa leggerezza è costata allo scrittore una seconda condanna per diffamazione da riparare con altri 15 mila euro di ammenda.
Se ciò non bastasse nei prossimi mesi lo scrittore campano dovrà presenziare in aula per difendersi da un’altra accusa di diffamazione, questa volta portata avanti dal ministro dell’Interno Salvini. Il leader leghista ha infatti ritenuto lesiva della sua persona un’affermazione di Saviano in merito alla questione migranti. Tutte queste polemiche hanno riportato in auge le affermazioni del sacerdote di Scampia don Manganiello che lo accusa di fare una lotta alla mafia che si limita solo all’aspetto mediatico. Ci sono alcuni siti di orientamento cattolico, infatti, che hanno riproposto le parole del sacerdote in correlazione con le accuse di diffamazione al fine, almeno questo l’intento che si palesa, di mettere in dubbio la credibilità di Saviano.
Don Manganiello: “Saviano? A Scampia non è stato mai visto”
In una dichiarazione ormai datata, il sacerdote di Scampia ha accusato Roberto Saviano di aver utilizzato i dati sulla camorra in suo possesso per trarne un profitto personale, ma di non avere reale conoscenza di quelle che sono le problematiche inerenti ai fatti di cui ha scritto nel suo libro più conosciuto: “Il fatto è che lo scrittore simbolo dell’anticamorra a Scampia lo hanno visto soltanto in tv. Si può scrivere di camorra senza conoscere concretamente il fenomeno: bastano le carte passate da avvocati e magistrati da cui ricavare storie per editori modaioli e reti tv in cerca di nuovi mercati. Solo così si spiega il fenomeno perché, a dirla tutta, Saviano mi sembra un modesto scrittore. Se lo invitiamo a Scampia non risponde nemmeno. Alla Municipalità hanno tentato più volte. A lui non interessa la realtà, è uomo di fiction”.