Il disegno di legge proposto da Simone Pillon, senatore della Lega, introduce il concetto della bigenitorialità perfetta. La proposta è valida o iniqua?
Qualora una coppia con figli arrivasse a separarsi, i figli dovranno ricevere le stesse attenzioni da entrambi i genitori, lo stesso periodo di tempo da trascorrere con loro e la stessa quota di denaro deve essere messa a disposizioni sia dal padre sia dalla madre per il sostentamento della prole. È questo il concetto di bigenitorialità perfetta previso del Ddl Pillon, un disegno di legge proposto dall’omonimo senatore della Lega e che sta facendo molto discutere.
Ddl Pillon, proposta di legge definita incostituzionale ed iniqua per il genitore più povero
Simone Pillon, discusso senatore leghista già noto per le sue idee a sfavore dell’aborto e delle unioni civili, sta continuando a sollevare polemiche grazie ad un disegno di legge che porta il suo nome e che è stato presentato in commissione Giustizia del Senato lo scorso 10 settembre.
Si tratta di un disegno che va a rivedere la legge in materia di affido condiviso dei figli tra i due genitori, e, se da molti il Ddl Pillon è stato additato come maschilista, per il senatore si tratta di un provvedimento che migliorerà il rapporto dei genitori separati (sia tra loro sia in relazione ai figli).
Entrambi i genitori, fatto salvo i casi di impossibilità materiale, dovranno passare lo stesso tempo insieme ai figli (compreso un eguale numero di pernottamenti nelle rispettive case) e dovranno contribuire in egual modo al benessere materiale della prole.
Il Ddl Pillon prevedere la mediazione obbligatoria e la scomparsa dell’assegno di mantenimento stilato su base forfettaria: l’assegno sarà stilato in base ad un progetto specifico che i genitori hanno sul futuro dei figli e sarà ritenuto a carico di entrambi gli ex coniugi. Nel caso in cui la donna non lavorasse, sarà l’uomo a farsi carico delle spese vive.
Questi alcuni dei contenuti del Ddl Pillon, ampiamente criticato dall’opposizione. Il Ddl non convince appieno nemmeno il Movimento 5 Stelle, che ha già fatto sapere di come esistano dei punti della questione che sarebbe meglio approfondire.
In sostanza, il disegno di legge andrebbe a sfavore delle donne che sono in una situazione di debolezza (ad esempio nei confronti di un marito che usa violenze e minacce) e aumenterebbe i costi della separazione (il mediatore famigliare è una spesa che sarà a carico dei coniugi), oltre al fatto che si rischia di mettere in secondo piano i reali bisogni dei ragazzi costringendoli a vivere il tempo dividendolo equamente tra i due genitori.
(Foto d’archivio)
Maria Mento
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