I frati contro Salvini, ecco perché
Ha chiamato «vermi» gli assassini di Desirée: per questo alcuni frati comboniani si sono scagliati contro Matteo Salvini, ministro dell’interno. L’ennesima assurdità stavolta proviene dalla Città del Vaticano, dove i missionari comboniani hanno avuto da dire sul fatto che il Ministro degli interni abbia chiamato “vermi” gli accusati di aver drogato, stuprato e lasciato morire la 16enne Desirée Mariottini.
Il riferimento è al tweet di Salvini dopo che si era saputa la notizia della cattura di un clandestino ghanese, il quarto presunto assassino di Desirée, preso a Foggia con 11 kg di marijuana. Salvini aveva twittato: “Catturato a Foggia il quarto verme che avrebbe stuprato e portato alla morte Desirée”. Anche in questo caso c’è qualcuno che ha qualcosa da dire.
Tutti gli accusati dello stupro e della morte della ragazza sono africani clandestini: Alinno Chima, Mamadou Gara, Brian Minteh e Yusif Galia. Quindi secondo i comboniani, l’utilizzo della parola “verme” sarebbe addirittura una “una violenza verbale reiterata che istiga atti di violenza verso gli africani”.
“Quegli immigrati sono presunti innocenti”
I comboniani hanno sostenuto che “riteniamo perverso ogni tentativo di strumentalizzazione della sua morte, in modo specifico per attaccare gli immigrati”. “Reputiamo l’epiteto ‘verme’ offensivo e denigratorio nei confronti della persona arrestata sulla quale si vuole insinuare che abbia una responsabilità criminale prima ancora di essere processata” sostengono.
“Inoltre, non si può negare che l’associare la parola ‘verme’ a immigrato comporta il pericolo reale di fare emergere sentimenti di odio razziale e istigare atti di violenza verso gli stranieri nel nostro Paese, in modo particolare verso gli africani”. Insomma, il politicamente corretto domina ovunque.
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