Post scomodi sulla morte di Desirée Mariottini: attacco a Potere al Popolo
Il brutale omicidio della 16enne Desirée Mariottini, drogata e stuprata a morte nel quartiere romano di San Lorenzo da 5 aguzzini che si è scoperto essere dei rifugiati, ha fatto scaturire l’ennesima ondata di odio accompagnata da accuse che riguardano più da vicino la sfera prettamente politica.
Sotto attacco è finito Potere al Popolo, movimento politico nato nel novembre dello scorso anno, che ha pubblicato sulla sua pagina Facebook dei post nei quali si accusava il Ministro Matteo Salvini di aver strumentalizzato la morte di Desirée Mariottini per fomentare l’odio degli italiani nei confronti dei migranti. Come a dire: se la sedicenne fosse stata uccisa da alcuni italiani non ci sarebbe stato lo stesso accanimento sui suoi assassini.
Alle aspre critiche che in questi giorni sono state lanciate all’indirizzo di Potere al Popolo per le idee veicolate, si è aggiunto un articolo pubblicato oggi da Libero e nel quale vengono riportate delle parole di Viola Carofalo, capo del movimento dal 6 gennaio 2018: parole che, come si denuncia sulla stessa pagina social, non sono mai state pronunciate. Ne consegue che le frasi messe in bocca alla donna siano frutto di pura invenzione.
Potere al Popolo, piovono critiche e calunnie sul neonato movimento politico
Il movimento politico nato lo scorso novembre 2018- per dare voce alle fasce più deboli e sfruttate della popolazione- con il nome di Potere al Popolo sta ricevendo, in questi giorni, attacchi massicci sferrati da più fronti. Il casus belli è rappresentato da una serie di post, dei quali uno molto provocatorio, pubblicati sulla pagina Facebook del movimento e relativi all’omicidio di Desirée Mariottini.
Nel lungo post si può leggere che, paradossalmente, nel suo dramma la giovane Desirée è stata fortunata ad essere uccisa da dei migranti: questo ha fatto sì che, visto il massiccio attacco portato verso gli immigrati dallo stesso Salvini e dai suoi sostenitori, le venisse riconosciuto sin da subito lo status di vittima. A differenza di chi viene ucciso da italiani.
Non può non venire in mente l’inevitabile confronto con la vicenda di Stefano Cucchi: ci sono voluti nove anni, ed un’instancabile battaglia da parte della sorella Ilaria, per ottenere una confessione sulle percosse mortali che il giovane subì dai Carabinieri (di nazionalità italiana) al momento dell’arresto.
Il post provocatorio portato all’attenzione da Potere al Popolo ha dato il via ad una polemica che non solo non accenna a spegnersi ma che sta anche crescendo in maniera esponenziale.
Prima si sono schierati contro il movimento gli utenti dello stesso social, con minacce di varia natura, salvo poi giungere alle requisitorie di giornali notoriamente di destra (come Il Secolo d’Italia) e di giornalisti come Mario Giordano. L’apice è giunto con lo scritto- falso- pubblicato da Libero e con l’attacco che arriva direttamente dalla pagina di Matteo Salvini.
(Foto d’archivio)
Maria Mento
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