Asia Bibi assolta, rabbia furiosa degli islamisti
È il secondo giorno di proteste in piazza per l’assoluzione della cristiana pakistana Asia Bibi. La donna, che nel 2010 era stata falsamente accusata di blasfemia (cioè di aver insultato il profeta dell’Islam, Maometto) è stata liberata dopo una condanna a morte annullata e 3422 giorni di prigione.
La Corte Suprema ha ribaltato la sentenza di condanna a morte (pronunciata in primo e secondo grado), ma ora cominciano i problemi. Asia Bibi è libera, ma lei e la sua famiglia rischiano la vita.
Taglia da 350mila euro sulla testa di Asia

Sulla testa di Asia c’è una taglia di 50 milioni di rupie, 350mila euro, posta dagli estremisti religiosi che vogliono lavare l’onta dell’assoluzione della cristiana. Il Pakistan è un Paese povero e una taglia simile è pericolosamente allettante.
Durante la lettura della sentenza, 300 guardie armate erano fuori dal tribunale per evitare attentati e incidenti. Migliaia di islamisti stanno protestando da giorni per le strade, aizzati dai mullah più estremisti. Chiedono la pena di morte per Asia, e c’è motivo di credere che se la donna non verrà protetta, rischierà davvero di essere uccisa. Per questo ora dovrà andare in Occidente: forse in Canada, ma anche la Regione Lombardia si è detta disposta ad accoglierla.
Il presidente pakistano la difende in tv

In Pakistan sfidare i leader religiosi estremisti non è scontato e si rischia davvero la vita. Il leader del Tlp, Muhammad Afzal Qadri, ha infatti chiesto le dimissioni del premier Imran Khan ed emesso un “editto” che chiede che i giudici “siano puniti con la morte”. Non solo: Qadri ha invitato chiunque possa ad uccidere i giudici. “Lo possono fare gli uomini della sicurezza, i loro autisti, o i loro cuochi: Chiunque abbia possibilità di avvicinarli ha il dovere di ucciderli, prima che faccia notte” questo l’appello lanciato dal leader islamista.
Il clima è quello di una guerra civile: il governo ha rafforzato la difesa nelle zone dove vivono i cristiani, temendo ritorsioni.
Per questo l’intervento del presidente della Corte suprema pachistana Saqib Nisar è stato particolarmente significativo. Il presidente ha preso posizione a difesa di Asia contro le folle che da giorni terrorizzano il Paese.
Anche il presidente della Repubblica pakistano, Khan, ha invitato la folla alla calma. Ha poi avvertito i mullah salafiti: “Non sfidate lo Stato o ci saranno conseguenze estreme”. “Può funzionare un governo se una persona chiede di assassinare i giudici, rivoltarsi contro i capi dell’esercito e bloccare le strade? Quale errore ha fatto il governo in tutto questo? Stiamo già cercando con fatica di uscire dalle nostre crisi economiche”. ha detto il presidente in tv. “Questi criminali non stanno servendo l’islam. Essi stanno solo giocando per fini politici, per aumentare il loro bacino di voti”.
I cristiani in Pakistan sono il 2% dei 210 milioni di pakistani. Nel mirino, con loro, anche la minoranza degli sciiti, induisti e sikh.
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