Sicilia, l’abusivismo uccide. La villa della strage sul letto del fiume: doveva essere demolita 10 anni fa 

La villa sul letto del fiume doveva essere demolita 

Sicilia, l’abusivismo uccide. La villa della strage sul letto del fiume: doveva essere demolita dieci anni fa
La villa di Casteldaccia, luogo della tragedia

L’abusivismo uccide. E non è solo un modo di dire. Oggi la Sicilia e l’Italia intera piangono la strage di Casteldiaccia, dove due famiglie sono state spazzate via dalla piena del fiume Milicia.
Nove i morti solo nella villa, due erano solo bambini. Una strage che ora fa riflettere e che tormenta chi è sopravvissuto, in primis il padre che si è visto portare via moglie e figli.

Una piena, quella del piccolo fiume Milicia, inaspettata, e ora ci si chiede come sia potuto accadere. Per cominciare però quella villa era situata nel letto di un fiume. Era abusiva, e avrebbe dovuto essere abbattuta dieci anni fa. 

La casa abusiva nell’alveo del fiume 

“La casa travolta dal fiume era abusiva e pendeva dal 2008 un ordine di demolizione del Comune che è stato impugnato dai proprietari dell’immobile davanti al Tar” dice il sindaco Giovanni Di Giacino. “Da quanto ci risulta ancora il tribunale amministrativo non ha provveduto, per cui la demolizione non è stata possibile”. La villa non era delle persone che vi sono decedute: loro l’avevano presa in affitto per un week-end per festeggiare la ricorrenza del 2 novembre ed un compleanno. Il dolore parla con la voce di Giuseppe, sopravvissuto alla tragedia, che ha perso la famiglia. “Ma se quella casa era pericolosa, se lì non si doveva stare, perché non ci hanno avvertito?”. 

Il sindaco di Altavilla Milicia, paese che confina con Casteldiaccia, racconta brevemente la storia delle denunce e dei procedimenti contro l’abusivismo locale. “Segnalammo che la situazione era pericolosa e che si trattava di zona ad altissimo rischio idrogeologico. Dalla denuncia non solo nulla si è mosso, ma hanno continuato a costruire nell’alveo del fiume”. I sindaci lottano contro l’abusivismo, ma non è semplice. “Da assessore e poi da sindaco – racconta – ho fatto prima segnalazioni verbali ai carabinieri, poi un esposto alla Procura di Termini Imerese insieme all’ex sindaco di Castedaccia Fabio Spatafora”. 

La casa si trovava nell’alveo di un fiume; il maltempo quindi ha avuto ruolo relativo, perché il fiume, ingrossandosi d’acqua, si è ripreso uno spazio che da anni non gli serviva ma che era comunque “suo”. Il fiume Milicia è piccolo ed in genere tranquillo, quindi per anni le persone hanno continuato a costruire abusivamente nell’alveo. Ma le piogge di questi giorni lo hanno ingrossato enormemente, e il fiume si è ripreso il suo letto antico, quello che non usava da tempo. Purtroppo la casa non avrebbe dovuto esserci. E purtroppo nove persone hanno perso la vita per questo. 

Mentre si piange per i numerosi morti, è bene riflettere perché l’abusivismo si fermi e certe stragi inutili non accadano mai più. Ora i magistrati di Termini Imerese hanno aperto un fascicolo sulla tragedia. Ancora una volta, però, la tragedia ormai è avvenuta.

Comuni senza soldi per le demolizioni 

Molti lettori, molti cittadini oggi si chiedono: perché i comuni non provvedono alla demolizione? Nel caso di specie, l’ordine di demolizione era stato impugnato di fronte al TAR e da dieci anni si attendeva una pronuncia. Ma negli altri casi, capita spesso che i comuni non procedano alle demolizioni per mancanza di fondi. 
Secondo la legge, il costo della demolizione degli edifici abusivi grava su chi ha compiuto l’abuso, in genere il costruttore e proprietario. Che però, di fatto, non pagano praticamente mai. I comuni quindi dovrebbero affrontare spese molto ingenti per demolire tutte le abitazioni abusive che si trovano sul loro territorio, e spesso desistono dal farlo. Questo è uno dei motivi per cui l’abusivismo impera praticamente incontrastato.

La conferma arriva dall’ex sindaco di Casteldaccia Fabio Spatafora: “Le demolizioni sono rarissime: non abbiamo i soldi per farle e comunque la legge ci vincola a una serie di adempimenti burocratici che allungano i tempi. Per questo la gente continua a costruire. Sa che resterà tutto impunito“. In Sicilia, stima l’ISTAT, fino al 49% degli immobili è irregolare.

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