Negozi chiusi domenica, Sala vs Di Maio
La questione delle chiusure domenicali ha infiammato l’opinione pubblica ed ha anche scatenato una (volgare) bagarre fra Giuseppe Sala, sindaco di Milano del PD, e Luigi di Maio, vicepremier e ministro del lavoro e dello sviluppo economico.
La battaglia per la chiusura dei negozi di domenica è molto a cuore del Movimento 5 stelle, che ne ha fatto un suo cavallo di battaglia.
Ma Sala non è della stessa opinione e non usa modi educati per farlo sapere. Sulle chiusure domenicali, Sala sbotta: “Le facciano ad Avellino se vogliono ma a Milano è contro il senso comune. Pensassero alle grandi questioni politiche e non a rompere le palle a noi che abbiamo un modello che funziona e 9 milioni di turisti”.
Fuoco e fiamme su Twitter
Avellino è la città dove è nato Luigi Di Maio, che non ha preso bene l’exploit del sindaco meneghino. “Per il sindaco di Milano Sala i diritti delle persone sono una rottura di palle – ha scritto -. Nessuno vuole chiudere nulla a Milano né da nessuna altra parte, ma chi lavora ha il diritto a non essere più sfruttato. Questo rompe la palle a un sindaco fighetto del Pd? E chi se frega!” ha ribadito Di Maio.
Al che Sala ha sfoderato il vecchio adagio classista per il quale Di Maio sarebbe un ‘bibitaro’ che non ha mai lavorato (nonostante a 27 anni sia ministro del lavoro). “Quando il ministro Di Maio avrà lavorato nella sua vita il 10% di quanto ho fatto io sarà più titolato a definirmi fighetto” ha commentato Sala.
Salvini ha definito le parole di Sala “irrispettose” e ha detto che il sindaco di Milano farebbe meglio ad occuparsi “di alcune zone della città assolutamente fuori controllo e non del governo e di Avellino”.
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