Va in Siria per combattere coi curdi contro l’Isis ma al suo ritorno va in carcere: “Ha violato la legge”

Tornato dalla Siria viene incarceratoDopo aver combattuto l’Isis torna in Italia e viene incarcerato

Convinto della validità della lotta curda in Siria, Paolo Andolina detto “Pachino” lo scorso 18 marzo si è sottratto all’obbligo di firma per tornare a combattere al fianco delle truppe dell’YPG. Una decisione presa con la consapevolezza che quel gesto gli sarebbe costato il carcere. Nel dicembre del 2017, infatti, a Paolo era stato imposto obbligo di firma in seguito a degli scontri davanti al carcere delle Vallette di Torino. In quella occasione, infatti, era rimasta ferita un’agente della polizia scientifica.

Dopo aver combattuto in Siria torna in Italia per consegnarsi alla polizia

Convinto che la lotta curda contro le sacche di resistenza dell’Isis fosse più importante di evitare il rischio di passare un periodo della sua vita in carcere, Paolo è partito in direzione Siria Nord e si unito nuovamente ai combattenti curdi. Conclusi gli scontri ha fatto ritorno in Italia, si è consegnato alla Polizia ed è stato portato al carcere delle Vallette. L’avvocato del ragazzo ha già pronta la richiesta per gli arresti domiciliari, una misura auspicata anche dall’associazione Askatasuma di cui il giovane fa parte. Proprio l’associazione ha spiegato che nei prossimi giorni è attesa la pronuncia del tribunale a riguardo, in un comunicato in cui si condanna la decisione della magistratura: “Il gesto di Paolo è quello di chi sente la responsabilità dare un contributo in prima persona a una lotta per tutte e tutti. Di fronte a tanta umanità, la magistratura non ha saputo far altro che incarcerare”.

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