Terremoto di magnitudo 4.6 in zona a rischio del Mediterraneo, è allerta

terremoto MediterraneoAncora paura terremoto in una zona potenzialmente rischiosa del mar Mediterraneo dalla quale, nel mese di ottobre 2018, si è addirittura generato uno tsunami post-sisma. Il movimento tellurico, indicato da Emsc e Usgs, due tra le principali agenzie scientifiche di segnalazioni dei terremoti nel mondo insieme ad Ingv, ha raggiunto una magnitudo compresa tra il grado 4.5 e 4.6 della scala Richter.

Primi dati sul terremoto nel Mediterraneo

L’area epicentrale è localizzata nel mar Ionio, ad un centinaio di chilometri dalle coste occidentali del Peloponneso, in Grecia e a 59 km dall’isola di Lithakia. Un’area, questa, che viene però monitorata anche dall’Italia in quanto sovente le scosse più intense che si verificano in questa zona di mare, vengono distintamente avvertite anche sui litorali orientali di Sicilia, Calabria e Puglia. In questo caso il terremoto non sarebbe stato avvertito nel sud della Penisola mentre è possibile che si sia fatto sentire in alcune località sul mare della Grecia. Il sisma è avvenuto alle 11:11 ad una profondità di 10 chilometri circa. Ipocentro superficiale, dunque, in un’area soggetta a significativi fenomeni tellurici e che negli ultimi due mesi ha fatto registrare terremoti piuttosto forti.

Terremoto Mar Ionio, la scossa di M 6.8

Su tutti quello del 26 ottobre, scossa di magnitudo 6.8 con epicentro in prossimità della costa occidentale del Peloponneso, a sud ovest dell’isola di Zante, avvenuto alle 0:54 con profondità di 10 km ed avvertito anche in Italia. E’ scattata l’allerta tsunami, allarme poi rientrato in Italia anche se il livello del mare è cresciuto fino a dieci centimetri, come sottolineato dagli esperti. La causa scatenante di questo terremoto e dei successivi, compreso quello avvenuto il 22 novembre, è stata la rottura di una faglia, come sottolineato da un ricercatore dell’IStituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Franco Mele, che lavora nella sala operativa del Centro Allerta Tsunami italiano.

L’onda di tsunami

In questa zona prossima alla costa ionica greca è presente un sistema di faglie. Mele ha spiegato che “la placca che occupa tutto il mar Ionio si è spostata rispetto a quelle che comprendono la penisola balcanica e la Grecia”. L’onda di tsunami si è generata come risposta all’anomalia: nell’arco di pochi minuti ha colpito le coste greche (a Zante anche il terremoto ha provocato danni), arrivando anche su quelle pugliesi, calabresi e siciliane 45 minuti dopo.