Campo rom di Castel Romano e i roghi di auto
Incendi a lato della carreggiata, a qualche metro dalla Via Pontina. Colonne di fumo che si alzano nel cielo, roghi tossici: questa è la realtà del cimitero delle auto della via Pontina, vicino al campo nomadi di Castel Romano, fra i più grandi di Roma.
Come denuncia un servizio TG2, nel corso del quale una giornalista – Maria Corrao – è stata anche aggredita da due giovani nomadi che le hanno provocato delle escoriazioni, questo è uno scandalo sotto gli occhi di tutti.
Un cimitero di vetture che sono state rubate, poi ripulite di tutti gli elementi pregiati che potevano essere rivenduti, e quindi date alle fiamme. Un business del vicino campo rom, che dopo aver trafugato le auto, le dà alle fiamme creando dei roghi tossici che preoccupano non poco la popolazione.
Furti, scippi e roghi tossici alla luce del sole
Un’attività illecita, quella dei nomadi locali, che i giornalisti del TG2 hanno interamente ricostruito. L’inchiesta è portata avanti anche dalla Procura di Roma che ha notato che le auto, che sono usate per commettere reati dopo essere state rubate, vengono portate a Castel Romano e vengono smontate.
Entro qualche giorno, poi, finiscono nella scarpata a ridosso della Pontina dove vengono bruciate. Nella zona il crimine non si limita al furto ed al rogo abusivo di auto: anche furti, scippi, borseggi sono perpetrati quotidianamente nelle vicinanze del campo rom. Molti furti sono compiuti anche a bordo dei bus Cotral quando sostano nella piazzola di fronte al campo nomadi.
Un quadro allarmante e preoccupante, aggravato anche dalla presenza di sacche di rifiuti abbandonati nelle circostanze. Un quadro di criminalità alla luce del sole verso la quale lo Stato deve necessariamente agire, come richiedono gli abitanti del quadrante a sud di Roma.
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