Che cos’è il Global Compact for Migration, accordo intergovernativo che piace al Vaticano ma non a mezza Europa?

E’ un tema caldo da un paio di giorni a questa parte, in vista dell’avvicinamento dell’incontro del prossimo 10-11 dicembre a Marrakech (in Marocco) che dovrebbe vedere l’eventuale ratifica.

E’ il Global Compact for Migration, accordo internazionale che dovrebbe prendere in cosiderazione e regolamentare tutte le dinamiche legate alle migrazioni.

Ma andiamo con ordine:

Cos’è il Global Compact for Safe, Orderly and Regular Migration?

Si tratta di un accordo non vincolante preparato sotto l’egida delle Nazioni Unite volto a considerare tutte le dinamiche dei flussi migratori in modo olistico e completo. Come spiegato dal sito dell’International Organization for Migration: “Rappresenta una opportunità significativa per migliorare la governance della migrazione, affrontare le sfide associate alla migrazione odierna e rafforzare il contributo dei migranti e della migrazione allo sviluppo sostenibile”. L’obiettivo è quello di creare una politica comune a livello internazionale, giacché il tema delle migrazioni non riguarda un solo stato ma tutti gli stati del mondo.

Il processo per lo sviluppo di questo trattato è iniziato nell’aprile del 2017 e dovrebbe culminare con la firma degli stati partecipanti all’incontro del prossimo 10-11 dicembre.

All’incontro non parteciperanno Austria, Australia, Bulgaria, Israele e i paesi di Visengrad (Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Ungheria). Assenti anche gli Stati Uniti, che non hanno partecipato alla negoziazione dell’accordo.

Ma sono non poche le voci critiche anche in Italia.

Visto di buon occhio dalla chiesa (che, attraverso il giornale ‘Civiltà Cattolica’, vicino alle posizioni del Vaticano, s’è così espressa: “Non ha senso fare distinzione, considerando che tutti in qualche modo fuggono dalla fame, dal disagio sociale, dai conflitti. In ogni caso, tutti sono persone meritevoli di protezione, in particolare da parte dei Paesi più ricchi. Questa risposta sembra demagogica, in qualche modo naif, ma è vera, perché consente l’ingresso dell’1% della popolazione mondiale nel regno dell’umano”), il Global Compact for Migration ha visto le critiche di molti politici tricolore, specialmente del centro destra.

Ma non da molti politici, specialmente del centro destra.

Tra essi, in prima linea Giorgia Meloni, che ha anche lanciato l’hashtag #noglobalcompact: “Mi appello a tutto il parlamento italiano, al governo, a Matteo Salvini: non sottoscrivete il Global compact, una fregatura mondiale. Il documento delle Nazioni Unite stabilisce che l’immigrazione, di qualunque tipo sia, è un diritto fondamentale dell’essere umano. Le teorie scritte nel Global compact sono la vittoria dei mondialisti, della speculazione e degli usurai che per interesse vogliono la distruzione degli Stati nazionali”.

E se la Farnesina – attraverso Enzo Moavero Milanesi, titolare del ministero degli esteri – ha aperto alla firma, dalla Lega è giunta una netta chiusura.

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