Una norma per impedire di manifestare? E’ quanto emerge andando a ‘spulciare’ nel Decreto 113/2018, meglio noto come Decreto Salvini, all’interno del quale vi sarebbe una sezione dedicata alla reintroduzione del reato di blocco stradale depenalizzato nel 1999. Lo si evince leggendo l’articolo 23 riguardante le “disposizioni in materia di blocco stradale”, focalizzato sui cosidetti assembramenti, andando a colpire, di fatto “chi blocca strade con oggetti ma anche chi le ostruisce o le ingombra”. Un problema, secondo molti esperti, poichè al di là della volontà di arrivare ad un maggiore ordine pubblico, tra i principali obiettivi del ministero guidato da Matteo Salvini, il rischio è quello di un eccesso di autoritarismo.
Eccesso di autoritarismo nel decreto Salvini
E’ quanto emerge nella relazione tecnica che introduce tale decreto, come sottolinea un membro dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, dalla quale si può dedurre che la finalità della legge è quella di “reprimere le varie forme di assembramento”. Infatti nella norma è possibile leggere che “si rende necessaria al fine di fronteggiare i sempre più frequenti episodi di blocco stradale, posti in essere anche nella forma di assembramento, suscettibili di colpire una pluralità di beni giuridici che comprendono non solo la sicurezza dei trasporti, ma anche la libertà di circolazione”.
Rischio denuncia anche in una semplice fila
Da qui il rischio denuncia anche, per fare un esempio, nel caso di un’inaugurazione ampiamente partecipata. Poichè la legge fornisce alle forze dell’ordine uno strumento in più per denunciare le persone che defluiscono nelle strade, non solo alla fine delle manifestazioni ma anche, ipoteticamente, di una fila. Con il rischio di apertura di un fascicolo di natura penale anche in casi che non renderebbero necessario avviare indagini.